Comuni, sono seicento i milioni di euro bloccati

Comuni, sono seicento i milioni di euro bloccati
La chiamano "pistola fumante" ed è la prova che inchioda il colpevole. Forse, per il Veneto non ce n’era proprio bisogno, ma un’indagine dell’Anci non lascia scampo: il...

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La chiamano "pistola fumante" ed è la prova che inchioda il colpevole. Forse, per il Veneto non ce n’era proprio bisogno, ma un’indagine dell’Anci non lascia scampo: il patto di stabilità va superato, i tagli abbandonati.




Il convegno di ieri a Borgoricco, alla presenza del presidente Fassino, in cui la ricerca è stata presentata, non lascia dubbi: il Veneto ha già dato.

Solo per cominciare: i comuni veneti mostrano una spesa corrente più bassa per abitante: 787 euro. Meglio fanno solo Puglia e Calabria, e di personale per abitante, 203 euro, la più bassa, esclusa la Puglia (Friuli e Trentino Alto Adige viaggiano rispettivamente sui 319 e sui 401 euro). Nei 2014 tra fondi depositati nella Tesoreria Unica, l’11 per cento proveniva dal Veneto: 1,84 miliardi, una cifra enorme che lì "transita". Il trattenerli, sostiene qualcuno, sarebbe l’equivalente di un furto.



Nel 2013 i Comuni veneti vantavano la più bassa incidenza di dipendenti - 5,65 ogni mille abitanti - appena dietro alla Puglia (4,36, ma a distanza dai vicini di casa Trentino Alto Adige - 9,46 - e Friuli Venezia Giulia - 8,73). L’indebitamento per abitante è uno dei più bassi del Centro-Nord (700 euro) e ben distante della media nazionale (860 euro). Solamente 7 Comuni veneti su 422 italiani hanno registrato un disavanzo finale, complessivamente 3,6 milioni di euro, lo 0,2% su un totale nazionale di 1.658 milioni!



Ma il dato più eclatante è quello degli avanzi di bilancio, in particolare quelli non vincolati e quindi spendibili immediatamente. «I dati dell’indagine segnalano 258 milioni congelati nei 257 Comuni che abbiamo studiato - dice Mauro Bellesia responsabile del Dipartimento Finanze del Comune di Vicenza - significa 600 milioni di euro in regione». Sono quei famosi denari che potrebbero ridare respiro agli enti locali e all’economia. Va anche detto che nei 257 Comuni presi in considerazione l’avanzo dopo il riaccertamento (in sostanza sul passato dopo l’entrata del bilancio armonizzato) ammonta a 679 milioni con una proiezione regionale di 1500 milioni.



La presidente Pavanello coglie dal confronto con Fassino discrete aperture soprattutto in riferimento a una sorta di "premio" per i Comuni virtuosi. Anche per la Pavanello comunque il nodo sarà quello di vedere come utilizzare gli avanzi di bilancio, ma anche per rivedere le norme che vincolano gli enti al pareggio di bilancio. "Una battaglia a cui chiameremo anche i parlamentari" chiosa.


«Questa volta il Veneto si è mosso in anticipo - dice ancora Bellesia - finora ci prendevano in giro dicendo che i giochi erano già fatti». Il 2 ottobre ci si terrà, a Treviso, un incontro con il sottosegretario Baretta, in attesa del confronto finale in sede di assemblea nazionale dell’Anci a Torino. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino