Municipi coi capelli grigi: quasi la metà dei Comuni polesani non ha nemmeno un dipendente Under 35

Il municipio di Melara ha il record degli addetti Under 35
ROVIGO - Quasi la metà dei Comuni polesani non ha nemmeno un dipendente con meno di 35 anni, 21 in tutto, e solo in sette c’è almeno un lavoratore under 35...

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ROVIGO - Quasi la metà dei Comuni polesani non ha nemmeno un dipendente con meno di 35 anni, 21 in tutto, e solo in sette c’è almeno un lavoratore under 35 ogni dieci dipendenti. Questa la fotografia sulle pubbliche amministrazioni della provincia che emerge dall’indagine della Fondazione Openpolis sui dati relativi al 2020, gli ultimi disponibili, di Opendap, la banca dati delle amministrazioni pubbliche. A livello generale, in tutta Italia, negli enti locali la fascia 50-59 compone il 49% degli assunti, poco più di 1% di chi lavora negli enti locali ha meno di 30 anni e la metà degli oltre ottomila Comuni italiani non ha tra i propri lavoratori persone con età inferiore a 35 anni.



IL DETTAGLIO

A livello provinciale, il Comune con più assunti giovani è Melara, dove la fascia di età fino a 35 anni copre un quinto del totale. A seguire Corbola con il 20%. Villanova Marchesana al 17%, a Taglio di Po il 15%, a Castelguglielmo e Villanova del Ghebbo il 14% e a Giacciano con Baruchella il 13%. Canaro, Ficarolo e Porto Tolle si attestano sul 10%, quindi almeno un dipendente su dieci ha meno di 35 anni. Fra il 5% e il 10% ci sono poi Arquà, Castelnovo Bariano, Costa, Trecenta, Badia, Stienta, Porto Viro, Adria, Ariano, Fiesso, Loreo, Occhiobello e Polesella. Tutti sopra la media regionale, che si attesta a una percentuale di circa il 5,2% di dipendenti con meno di 35 anni. Subito sotto c’è il capoluogo, Rovigo, con il 5%, stessa percentuale di Villadose, nonché della media provinciale, che poco si discosta, quindi, da quella regionale, mentre Lendinara è al 2%. Gli altri? Stanno a zero.
Va ricordato che si tratta di numeri ormai datati, quindi nell’ultimo triennio il quadro può essere mutato. Tuttavia, sono indicazioni che rappresentano una tendenza generale. La stessa presidenza del Consiglio, lanciando lo scorso settembre la discussa campagna pubblicitaria “Più che un posto fisso, un posto figo!”, ha rimarcato come «la pubblica amministrazione negli ultimi anni, con il blocco del turnover, ha visto una riduzione importante in termini qualitativi e quantitativi del suo personale», sottolineando che «l’obiettivo principale della campagna è quello di fornire a tutti i cittadini un nuovo volto della pubblica amministrazione scardinando i vecchi miti del passato, come quello del posto fisso, per raggiungere principalmente un target giovanile le cui competenze e le cui idee sono indispensabili per la costruzione della nuova macchina amministrava, offrendo un’immagine più moderna e innovativa della pubblica amministrazione».

Sarà il blocco del turnover, sarà per i falsi miti sul lavoro nelle pubbliche amministrazioni, sarà per una generalizzata bassa attrattività di questa tipologia di impiego rispetto alle prospettive offerte da altre tipologie occupazionali nel privato o libero-professionistiche, nonché per una maggiore specializzazione professionale dei giovani formati, ma la “corsa al posto figo” per ora non c’è stata.
 

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Il Gazzettino