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TREVISO - «C’è il rischio che da venerdì, per la mancanza dei dipendenti pubblici privi di Green pass, qualche servizio essenziale possa interrompersi. L’Usl 2 deve potenziare le aree per i tamponi o dare più sostegno alle farmacie». L’allarme arriva dai sindacati della Funzione pubblica di Cgil e Cisl. Al momento i il blocco totale o parziale di alcuni servizi è solo un timore. Ma che prende sempre più consistenza con l’avvicinarsi della fatidica data del 15 ottobre, venerdì prossimo, quando si incroceranno le conseguenze di due scelte: la fine dello smart working nel settore pubblico e l’obbligo di Grenn pass per poter lavorare. Nella Marca, tra comuni ed enti, sono circa 37mila i lavoratori di questo settore. In 5mila, secondo le stime, lavorano ancora da casa in smart working e una fetta lo fa proprio perché non vaccinata: e questi non potranno tornare in ufficio. Marta Casarin, segretaria generale della FP Cgil, però avverte: «Non mischiamo le due cose. Il rientro dalla smart working è una cosa, la questione Green pass un’altra. Sono due vicende diverse». Quella che preoccupa di più è ovviamente la questione del “lasciapassare verde”.
I NUMERI
Non è chiaro quanti siano i dipendenti pubblici privi di certificazione. La portata dell’emergenza la si potrà misurare solo sabato, anche se qualcosa potrebbe già intuirsi prima. Proprio ieri in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto che chiede ai lavoratori di tutte le aziende di comunicare, con “congruo preavviso”, il possesso o meno del Green pass: passaggio necessario per organizzare il lavoro e prevedere la copertura dei servizi. Ma solo nelle prossime ore verrà chiarito cosa si intenda con “congruo preavviso”. E i chiarimenti potrebbero non arrivare per tempo. I sindacati quindi chiedono all’Usl di predisporre le necessarie contromisure: «Vanno sicuramente potenziati i punti destinati ai tamponi - spiega Mario De Boni della Funzione Pubblica Cisl - le farmacie non riescono a coprire la richiesta di test, le attese sono lunghissime. Deve essere l’Usl a farsi carico del problema, non possono essere altri». Il rischio è evidente: che alcuni uffici si blocchino per mancanza di personale. «Adesso non siamo in grado di dire quanti siano i dipendenti senza Green pass - continua De Boni - ma è chiaro che se in un comune piccolo con 5 dipendenti in 2 due non possono lavorare, i disagi saranno inevitabili. Se a restare a casa è una persona con incarichi particolari, i servizi potrebbero ridursi. Oppure interrompersi».
I TIMORI
Casarin, dall’osservatorio della Cgil, un dato però lo fornisce: «La stima ci dice che un 20% di dipendenti pubblici potrebbe non avere Grenn pass e questo pone delle difficoltà.
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Il Gazzettino