Medici di base, un incentivo di 8mila euro a chi sceglie di lavorare nei comuni disagiatissimi. Ecco quali sono

Incentivi per i medici di base
BELLUNO - Una quota forfettaria annua di 7.746 euro ai medici che decidono di svolgere attività di assistenza primaria in quei comuni che sono stati individuati...

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BELLUNO - Una quota forfettaria annua di 7.746 euro ai medici che decidono di svolgere attività di assistenza primaria in quei comuni che sono stati individuati dall'azienda ospedaliera come zone disagiatissime del territorio provinciale. È questo l'ulteriore passo che l'azienda Ulss 1 Dolomiti ha deciso di compiere con l'obiettivo di fidelizzare i medici già presenti nel territorio e di incentivarne l'arrivo di nuovi, soprattutto in quelle aree più estreme dove nessuno vuole andare. Un riconoscimento di quasi 8mila euro che si somma ai 6,20 euro ad utente che già vengono erogati ai medici che decidono di lavorare nelle zone individuate come disagiate.

Medico di base 


L'accordo collettivo nazionale e l'accordo collettivo regionale per i medici di medicina generale prevedono che le Ulss, sentito il comitato aziendale, possano individuare, sulla base di una valutazione complessiva basata su più criteri, delle zone disagiate o disagiatissime. I criteri utilizzati sono: elevato rapporto fra superficie del territorio e popolazione (popolazione sparsa, spopolamento, invecchiamento), condizioni di viabilità e percorribilità delle strade e presenza di strutture ospedaliere, condizioni oro-geografiche e ambientali.
«Per lo svolgimento di attività nelle zone individuate come disagiate o disagiatissime a popolazione sparsa, ai medici di assistenza primaria va corrisposto un compenso aggiuntivo forfettario annuo» spiega l'azienda ospedaliera.

Contributi

Ecco quindi che per le zone dichiarate disagiate è previsto un compenso aggiuntivo annuo divisibile in dodicesimi pari a 6,20 euro per assistito in carico, residente o domiciliato nella zona stessa. Per le zone dichiarate disagiatissime è prevista anche l'aggiunta di una quota forfettaria annua di 7.746,85 euro. Nel 2018 erano sono stati individuati come zone disagiate 24 comuni. Con il nuovo atto, pubblicato nelle scorse ore, sono state individuate le "zone disagiatissime" del territorio aziendale "considerate sia come strumento di fidelizzazione dei medici già operanti nelle zone stesse sia come leva per attrarre nuove professionalità alla luce della nota situazione orografica della Provincia e l'ormai conclamata carenza di disponibilità ad operare nel territorio" spiega il dottor Alessio Gioffredi.

Quali sono i comuni disagiati


I comuni individuati come disagiatissimi sono 26: Zoppé di Cadore, Danta di Cadore, Gosaldo, Val di Zoldo, Comelico Superiore, Livinallongo del Col di Lana, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, San Pietro di Cadore, Cibiana di Cadore, Rocca Pietore, Tambre, Santo Stefano di Cadore, Vigo di Cadore, Falcade, Sovramonte, San Nicolò Comelico, Lorenzago di Cadore, San Tomaso Agordino, Chies d'Alpago, Alleghe, Vallada Agordina, Canale d'Agordo, Lamon, Rivamonte Agordino, Vodo di Cadore.

Zone disagiatissime, cosa sono

Come spiega il dottor Gioffredi, «a partire dal primo aprile tutti i 24 comuni che erano stati individuati come zone disagiate diventeranno zone disagiatissime, ad eccezione del comune di Arsiè che invece rimarrà zona disagiata. Inoltre, alcuni comuni sono diventati direttamente zone disagiatissime, che sono quelli di Santo Stefano, Alleghe, Vodo di Cadore e Chies d'Alpago. Una riorganizzazione che è stata fatta in virtù dell'attuale situazione di presenza di medici di medicina generale». La situazione complessiva è di difficoltà, e questo è innegabile.

Pazienti senza medico di famiglia


Quello che però risulta dai numeri, secondo l'Ulss, è che tutti gli utenti posso avere attualmente il medico di base. Nessuno potenzialmente ne sarebbe scoperto, anche se il caso di Sedico resta emblematico delle difficoltà. «È chiaro però che non si può più pensare alla figura del medico di famiglia che si trova sotto casa - conclude Gioffredi -. Magari è necessario spostarsi di qualche chilometro. Ma complessivamente, a parte qualche caso specifico, tutti gli utenti possono avere il medico di medicina generale».

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Il Gazzettino