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PADOVA - Il Comune stanzia 100 mila euro per il rifacimento dei bagni e degli impianti di riscaldamento del campo nomadi di via Longhin. La settimana scorsa il vicesindaco Andrea Micalizzi ha fatto approvare in giunta una delibera che stanzia 99.900 euro per il progetto esecutivo che prevede una serie di interventi all'interno dell'area dove attualmente vivono 70 persone, di cui circa 35 minorenni. «Trattandosi di un'area di proprietà comunale ha spiegato ieri Micalizzi siamo tenuti a intervenire in quanto l'attuale situazione non garantisce più quegli standard igienico sanitari necessari ad un ambiente dove sono presenti molti bambini».
«Nello specifico, il progetto prevede la messa a norma del sistema fognario a servizio dell'area ha detto ancora e la sistemazione dei bagni all'interno degli alloggi che vedranno anche una sistemazione degli infissi e la riparazione degli impianti di riscaldamento». Salvo imprevisti, i lavori dovrebbero iniziare a breve.
«L'area in cui insiste il campo rom di Lungargine San Lazzaro è di proprietà comunale e pertanto investiamo risorse per quanto necessario ha detto l'assessore ai Servizi sociali Marta Nalin Si tratta di una realtà in cui vivono circa 70 persone di cui più della metà sono minori. È infatti attivo anche un servizio educativo e di doposcuola nel campo con i servizi sociali, perché il nostro impegno va sempre nella direzione di migliorare le condizioni di tutte le persone».
In via Longhin, intanto, proprio a due passi del campo nomadi, a breve sorgerà una nuova chiesa ortodossa. La scorsa primavera, il consiglio comunale ha approvato una delibera presentata dall'ex vicesindaco Arturo Lorenzoni. Delibera in cui si è dato il via libera ad una Variante al piano degli interventi finalizzata all'insediamento di attrezzature di interesse religioso. Nello specifico, a essere approvate sono state le osservazioni al piano. Sorgeranno dunque in via Longhin, a fianco dell'area conosciuta come l'Interporto moldavo, una chiesa ortodossa da 700 posti e un centro culturale. I cantieri dovrebbero aprirsi a breve e, una volta realizzata, la struttura diventerà il punto di riferimento regionale per la comunità ortodossa di rito russo. Rito a cui fa riferimento anche la comunità moldava che, solo in città, può contare su oltre 4 mila persone anche se non tutti sono di rito russo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino