Bollette non pagate, Comune di Montegrotto condannato a versare oltre un milione di euro

Nel 2018 la società Marco Polo ha denunciato il mancato versamento di canoni relativi alla fornitura di energia elettrica fino al 2016

Il Comune di Montegrotto è stato condannato a pagare oltre un milione di euro
MONTEGROTTO (PADOVA) - Il comune di Montegrotto è stato condannato a versare oltre 700mila euro alla società Marco Polo Srl che, in associazione di impresa con la...

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MONTEGROTTO (PADOVA) - Il comune di Montegrotto è stato condannato a versare oltre 700mila euro alla società Marco Polo Srl che, in associazione di impresa con la Guerrato Spa, si era aggiudicata nel 2010 un maxi appalto per l'illuminazione pubblica della città termale. Per la precisione, si tratta di 713.327,05 euro cui vanno aggiunti 30mila euro di spese legali. Gli interessi di mora si aggirerebbero sui 300mila euro. Il che porterebbe la cifra totale a più di un milione. Questa la decisione presa dal giudice Maria Antonia Maiolino al termine del processo civile di primo grado. Ora l'amministrazione comunale, rappresentata dall'avvocato Massimiliano De Benetti, ricorrerà in appello. A patrocinare in aula la Marco Polo (la Guerrato non era parte in causa) i legali Alessandro Giussani e Maria Stella Cicognani.

La vicenda

Nel 2018 la società aveva richiesto un decreto ingiuntivo per 700mila euro nei confronti dell'ente pubblico, poi emesso dal giudice Federica Sacchetto, denunciando il mancato versamento di canoni relativi alla fornitura di energia elettrica fino al 2016. Il Comune aveva però scelto la strada dell'opposizione. La giunta municipale sampietrina, all'epoca, contestava nello specifico tre punti. In primo luogo, a sollecitare il pagamento era stata la Marco Polo e non la Guerrato; inoltre non concordava sulla cifra pretesa dalla società, sostenendo al termine di una serie di verifiche eseguite dai propri uffici, che l'importo reale ammontava a circa 630mila euro; infine, sempre a detta del Comune termale, era ancora la Guerrato a risultare mandataria dell'associazione temporanea d'impresa e quindi sarebbe dovuto essere suo compito provvedere all'incasso del denaro. Il giudice è stato di diverso avviso.

L'appalto

Il maxi appalto da 16 milioni di euro per interventi di riqualificazione energetica degli immobili comunali e degli impianti di illuminazione pubblica era finito anche al centro della vicenda penale nota come "Tangentopoli delle Terme" che aveva terremotato la politica locale, coinvolgendo gli ex sindaci Luca Claudio e Massimo Bordin. Una volta finito in prigione, in una memoria difensiva inviata ai giudici Luca Claudio aveva ammesso di avere intascato una mazzetta pari al 15 per cento dell'importo complessivo. Il contratto era stato rescisso dal commissario prefettizio Pasquale Aversa, non appena il funzionario era arrivato in municipio dopo le dimissioni di Bordin, il successore di Claudio che era stato nel frattempo eletto primo cittadino di Abano, e finito anche lui nel calderone dell'indagine delle Fiamme Gialle sul vorticoso giro di mazzette. Ma al di là dell'iter penale, che portò sul banco degli imputati anche Saverio Guerrato e il padre Luciano, il tribunale civile sottolinea ora come la fornitura di energia elettrica fosse stata comunque garantita dalla Marco Polo Srl e le somme rivendicate le siano legittimamente dovute. «Nostro malgrado, il tribunale ha rigettato l'opposizione contro il decreto ingiuntivo - è il commento a caldo del sindaco Riccardo Mortandello - Abbiamo presentato appello per salvaguardare l'interesse dell'ente, confidando nella revisione di capi della sentenza che riteniamo ingiusti ed erronei». 

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Il Gazzettino