Municipio senza Pos, l'esercente non ci sta: «Disparità di trattamento con la nostra categoria»

Municipio senza Pos, l'esercente non ci sta: «Disparità di trattamento con la nostra categoria»
MANIAGO - La premessa è doverosa: chi protesta è assolutamente felice di aver adottato i sistemi di pagamento elettronici per la propria attività commerciale....

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MANIAGO - La premessa è doverosa: chi protesta è assolutamente felice di aver adottato i sistemi di pagamento elettronici per la propria attività commerciale. Anche quando deve incassare solo pochi euro. Proprio in virtù del servizio che eroga si aspetta medesimo trattamento da quello Stato che gli ha imposto di installare il Pos nella propria impresa.


LA DISAVVENTURA
«Mi sono recato all’ufficio Anagrafe del Comune - ha spiegato l’uomo, che ha chiesto di rimanere anonimo per non farsi pubblicità - e sono stato trattato con straordinaria cortesia. Il servizio è stato celere, efficiente, il personale è preparato e ho ottenuto risposte alle mie istanze in tempi rapidi, inaspettati. I dolori sono iniziati quando ho dovuto pagare i documenti: il municipio non è dotato di Pos e, quindi, essendo io privo di contanti, ho dovuto recarmi ad uno sportello Atm e fare un prelievo per tornare poi in ufficio a saldare il conto».
«Perché allora si lamenta se tutto si è risolto con una breve camminata, direte voi? - è il quesito che si pone l’imprenditore - Per la disparità di trattamento con la nostra categoria. Io sono stato entusiasta di dotarmi dell’apparecchiatura di incasso della moneta elettronica, perché è comoda, mi fa persino risparmiare in molti oneri legati alla movimentazione del contante, ed è utilissimo per gran parte della clientela. Com’è dunque possibile che quello Stato che “obbliga” da un lato ad accettare le transazioni elettroniche, dall’altro non faccia lo stesso nell’ambito della Pubblica amministrazione? Mi è stato riferito che si tratta di problemi burocratici, legati all’indirizzamento delle risorse che incassano, ad esempio per la carta di identità o la marca da bollo virtuale (una quota parte va indirizzata al Ministero e all’Agenzia delle Entrate, ndr), ma questa giustificazione non mi basta. I diritti e i doveri devono essere equamente distribuiti».


LA REPLICA
Dal municipio, pur comprendendo il disagio, hanno ricordato che l’utilizzo del contante permette di erogare i servizi in tempo reale: «Con il sistema PagoPa, ad esempio, il cittadino dovrebbe saldare le competenze in anticipo, attendere l’esito della transazione e poi venire in ufficio: liquidando da noi in contanti non ha invece bisogno di appuntamenti, non ha tempi di attesa, torna a casa con il documento. Siccome prima che dipendenti pubblici siamo anche noi cittadini, comprendiamo l’amarezza e lo sfogo, ma davvero ci sono dei tecnicismi che al momento impediscono l’adozione del Pos».


Una risposta che non è bastata all’imprenditore: «Io ho sollevato la questione: vediamo se ne discuteranno in Consiglio comunale. Non mi spiacerebbe che partisse da Maniago la crociata per l’obbligo di accettazione della moneta elettronica in tutta la Pubblica Amministrazione italiana». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino