Tra contagi e quarantene i negozianti non vedono ancora la ripresa

Tra contagi e quarantene i negozianti non vedono ancora la ripresa
PADOVA - Omicron, le difficoltà economiche, la paura. Sono diversi i motivi che costringono i padovani a casa, lasciando le strade vuote durante la settimana. Il centro storico...

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PADOVA - Omicron, le difficoltà economiche, la paura. Sono diversi i motivi che costringono i padovani a casa, lasciando le strade vuote durante la settimana. Il centro storico si ripopola il sabato e da ieri si è cominciato a vedere un certo cambiamento. In positivo.


 

LO SHOPPING
«La settimana scorsa abbiamo visto un certo calo ma ora mi sembra che di persone in giro ce ne siano – dice Claudia Dal Sasso, titolare del negozio di abbigliamento omonimo a due passi da piazza Duomo – L’onda lunga di Natale credo stia finendo. Chi si è contagiato in famiglia durante le feste ora ha finito la quarantena e torna a fare shopping. Se continua così possiamo dire che vediamo la luce in fondo al tunnel. Certo, i saldi non sono andati come in periodi pre-Covid ma non ci lamentiamo».
I contagi e le conseguenti quarantene hanno avuto il loro effetto sul commercio cittadino. La diffusione di Omicron non è passata inosservata. «C’erano clienti che dovevano venire a ritirare la merce e non sono potuti venire. Ci hanno chiamato per avvisare che erano in quarantena e chiedevano di tenere da parte il prodotto – raccontano Giulia ed Elvira del negozio Il Pantofolaio in piazza delle Erbe – C’è da dire che ora siamo a fine mese ed è fisiologico vedere meno gente in giro. Però le prime due settimane di saldi sono state piatte, non c’è stato il botto e forse uno dei motivi è proprio quello delle quarantene».
 

IN CENTRO
Strade vuote, fanno notare i commercianti, vogliono dire non solo meno incassi, con tutte le conseguenze annesse, ma anche meno sicurezza. Quando i negozi vengono chiusi durante la settimana, si abbassano le serrande e si torna a casa c’è il deserto.
«In settimana sembra di essere tornati ai periodi pre-lockdown, quando non c’era nessuno in giro – riferisce Alessandra Ghiro di Tatì in via Roma – Quando chiudo mi infilo in macchina e via. La settimana scorsa sono passata a piedi per Largo Europa, saranno state le 17.30. Non c’era nessuno. Solo tre persone non proprio rassicuranti. Ho avuto paura, lo ammetto. Si vede che le persone sono in quarantena, si vede che ci sono difficoltà economiche perché i saldi sono stati piatti. Ci sono tante cose da tenere in considerazione». Compreso il Green pass. Sì, perché da martedì prossimo, primo febbraio, i commercianti dovranno chiedere la certificazione verde base (che si ottiene anche con un tampone negativo nelle 24 ore precedenti) ai clienti.
«Non è esattamente un incentivo a comprare ed è un impegno in più per gli esercenti – afferma Marco Maniero, titolare del Penitentia store del Ghetto – Poi quel che si deve fare si fa, però io che sono da solo in negozio sarò in difficoltà. Ho aperto un anno fa, ad aprile, non ho un metro di paragone per i saldi ma non ho visto folle accalcate, anzi. Soprattutto durante la settimana qui sembra il Far west, è deprimente. La fine del mese è fisiologico che calino le presenze però penso ci sia altro dietro. I contagi, le difficoltà economiche ma anche la paura, ci sarà anche chi preferisce stare a casa per evitare contatti».
Ieri pomeriggio il centro storico è tornato a vedere una presenza forte di padovani e non per le strade dello shopping. Ma non proprio tutti si riversavano nei negozi, molti volevano solo fare una passeggiata. In zona Duomo erano diversi i capannelli di giovani e giovanissimi.


«Troppa gente, andiamo via» ha detto una signora al marito all’imbocco di via Roma. Mascherine tante, pochissimi quelli che non la indossavano o la tenevano sotto il naso. Si ricomincia a uscire di casa.

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Il Gazzettino