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COMELICO SUPERIORE - «C’è stata un’incursione militare nel mio appartamento con violazione di domicilio». Inizia così la lettera che l’ex sindaco di Comelico superiore Luca De Martin Topranin, imputato di simulazione di reato e interruzione di pubblico servizio, aveva inviato ai carabinieri di Santo Stefano di Cadore prima di sparire nel nulla. Due pagine farneticanti in cui si fa riferimento alla perquisizione che gli stessi militari dell’Arma avevano eseguito qualche giorno prima nel suo appartamento. Nella lettera si legge di una “banda armata” formata da «sei persone vestite da carabinieri». Poi c’è una richiesta di spiegazioni e infine la firma: «La vittima ignara Luca De Martin Topranin». L’imputato, 50enne nato in Svizzera, residente a Fossalta di Portogruaro (Venezia) e domiciliato in Comelico Superiore, è difeso dall’avvocato Roberta Resenterra. Al momento risulta irreperibile. Nell’ennesima udienza di ieri mattina, in Tribunale a Belluno, non si è presentato nessuno: né le sette parti offese né Topranin. Il suo legale ha ammesso di non aver «instaurato alcun tipo di rapporto professionale con l’imputato» e quindi di non sapere dove si trovi attualmente. Così il giudice ha disposto nuove ricerche e rinviato il processo all’udienza del 16 settembre.
L’ACCUSA
Secondo la pubblica accusa, dal 4 al 22 novembre 2016, Topranin inviò alcune buste anonime contenenti polvere bianca a sei rappresentanti e collaboratori del Comune di Comelico superiore. Le analisi successive del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma smentirono la natura tossica della sostanza: si trattava di farina di grano mischiata a bicarbonato. Uno scherzo di cattivo gusto dai risvolti penali perché ora si trova imputato di simulazione di reato di tentata epidemia.
IN PROVINCIA
Una busta dello stesso tipo arrivò anche a Palazzo Piloni, sede della Provincia, con la scritta “Italien” e più sotto “Omaggio piste… ciclabili”. Scattarono le operazioni di emergenza e tutte le attività rimasero bloccate per oltre un’ora (da qui il reato di interruzione di pubblico servizio). Dell’ex sindaco Luca De Martin Topranin non si sa più nulla. Rimangono solo le sue lettere farneticanti tra cui quella che aveva inviato alla stazione dei carabinieri di Santo Stefano di Cadore incentrata sulla presunta incursione militare che era avvenuta nel suo appartamento e in quello di sua sorella. «Visti i danni di trapanatura di serratura e sfondamento di ante chiuse a chiave con asportazione di beni personali – scrive l’imputato – chiedo copia di tutti i mandati, con o senza rappresentanza del pubblico ministero, copia dei verbali di sequestro di beni mobili, copia dell’avviso di garanzia». L’elenco è lungo. Topranin vuole sapere ogni cosa: i provvedimenti di arruolamento nell’arma dei carabinieri, le notizie di reato a suo carico, nome, cognome, grado, matricola, reparto, data del giuramento, visita di leva di tutti coloro che sono entrati nella sua abitazione.
Il Gazzettino