Contagi a raffica. L'ipotesi dell'Usl: «Potrebbero esserci 3-4 super diffusori»

Contagi a rfaffica. L'ipotesi dell'Usl «Potrebbero esserci 3-4 super diffusori»
BELLUNO A preoccupare è la curva dei contagi che, da un giorno all'altro, potrebbe subire un'impennata a seguito anche dei numerosi tamponi eseguiti in questi...

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BELLUNO A preoccupare è la curva dei contagi che, da un giorno all'altro, potrebbe subire un'impennata a seguito anche dei numerosi tamponi eseguiti in questi giorni. Dei sei nuovi casi, scoperti ieri dall'Usl 1 Dolomiti a livello provinciale, due erano contati occasionali di un positivo. Mentre gli altri quattro sono persone collegate al focolaio scoppiato tra San Pietro e Santo Stefano di Cadore. «I nuovi casi hanno generalmente sintomi lievi o assenti rassicura l'azienda sanitaria bellunese. Una sola persona è stata ricoverata in Malattie Infettive all'ospedale di Belluno (un residente del Comelico ndr) ma è affetta da importanti patologie di base. Per ciascun caso confermato sono state condotte tutte le azioni di sanità pubblica previste dal protocollo, quindi contact tracing, misure contumaciali, provvedimenti su luoghi di aggregazione, ecc». Ma come mai si è verificato un boom di contagi proprio in Comelico? Cosa non ha funzionato? 


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Comelico, super diffusori del virus

Forse non sono state prese le precauzioni necessarie da parte dei cittadini oppure la distanza tra loro e i drive-in di Belluno e Feltre li ha spinti a rinunciare al viaggio e a conservare il dubbio su una possibile positività al virus. «Quest'ultima possibilità la escluderei a priori ha risposto il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Il focolaio dipende dalla diffusione dei casi che avviene in ambito familiare e sociale. Per quanto riguarda il Comelico potrebbero aver influito i super diffusori». Cioè quei pazienti trovati positivi al Covid che, per qualche ignaro motivo, riescono a infettare più persone rispetto alla media. «Potrebbero essercene due o tre in Comelico continua Cinquetti ma la maggior parte dei casi è asintomatica. Per capirci, non abbiamo persone con 40 di febbre. Se hanno qualche sintomo, è lieve». Diffusori o super-diffusori devono esserci state le condizioni per spargere il virus. «I cittadini dei due comuni interessati dal focolaio chiarisce il dottor Cinquetti hanno una vita sociale ordinaria. Sono giovani. Praticano attività sportiva che, com'è noto, provoca un aumento dell'attività respiratoria e quindi può alzare la possibilità di contagio. Poi, certamente, c'è il capitolo delle norme anti-covid. Magari non sono state rispettate da tutti. Qualcuno era senza mascherina, qualcun altro non ha rispettato il distanziamento. Però non abbiamo evidenza specifica». 

 

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COMELICO Da territorio in cui in piena emergenza c'erano pochi casi, o addirittura zero, a "zona rossa" in provincia, nella seconda ondata del virus. Non ci son spiegazioni per quello che sta accadendo in Comelico, dove ci sono diversi focolai, in particolare tra Santo Stefano e San Pietro di Cadore.



Tamponi a tappeto

Vista la diffusione del contagio in Comelico l'Usl 1 Dolomiti ha consultato la Direzione Regionale Prevenzione e deciso di effettuare una prima indagine con tamponi anche su soggetti asintomatici e non in quarantena (quindi non contatti stretti dei positivi) appartenenti alle sette classi di nascita più rappresentate nella casistica relativa ai due contesti comunali (dal 1950 al 1954 a S. Pietro di Cadore; 1972-1973 in entrambi i comuni). In tutto sono circa 300 persone. Sono invitate a presentarsi domani a Santo Stefano, nella sede dei magazzini comunali in Piazza Volontari della libertà dalle 9.30 alle 12.30, per effettuare un tampone standard di controllo in modalità drive-in. Le persone dovranno presentarsi in auto muniti di tessera sanitaria elettronica. Non saranno chiamati ad eseguire il test eventuali soggetti già isolati o in quarantena. «Si tratta di un primo intervento valutativo per approfondire la diffusione del contagio. Dalla valutazione degli esiti dei tamponi avremo un quadro epidemiologico più preciso e potremo considerare eventualmente ulteriori iniziative per il contenimento del contagio», spiega il Direttore del Dipartimento di Prevenzione, Sandro Cinquetti. «Il nostro team tamponi composto da personale esperto - prosegue - sarà sul posto per facilitare i cittadini negli spostamenti e offrire il servizio vicino casa».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino