Coma etilico a 13 anni, l'eccezione che diventa normalità, l'esperto: «Eserciti di minorenni che si ubriacano di alcol tutti i weekend»

Roberto Dall'Amico, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale
PORDENONE - Un evento di drammatica routine. Il coma etilico di una ragazzina di soli 13 anni, che ha rischiato la propria vita la notte di Halloween, è diventato ormai...

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PORDENONE - Un evento di drammatica routine. Il coma etilico di una ragazzina di soli 13 anni, che ha rischiato la propria vita la notte di Halloween, è diventato ormai qualcosa di già visto, di consueto, del quale non ci si stupisce più. Lo conferma Roberto Dall'Amico, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale. «Il campanello d'allarme è suonato da anni, ma nessuno sembra udirlo: infermiere al triage o medici di turno sanno che nel fine settimana affronteranno questo tipo di emergenza. E' una cosa assodata, una parte del mestiere. Qualche tempo fa erano episodi singoli, sui quali ci interrogavamo. E ci sorprendevamo, chiedendoci come fosse possibile, in che contesto maturassero. Adesso quando c'è l'accesso di questi casi nel Pronto soccorso pediatrico non si avvisa più nemmeno il primario. Si applicano, con la massima urgenza, i protocolli specifici. Penso che questa circostanza faccia capire più di ogni altra analisi quanto in là ci siamo spinti».

IL RUOLO DELLA POLITICA
Il responsabile del reparto punta il dito sull'assenza della politica, prima ancora che della famiglia: «Si fanno leggi di emergenza per bloccare i Rave party - osserva - che sono, per antonomasia, eventi eccezionali. Ma la drammatica normalità si fa finta di non vederla. Ci sono eserciti di minorenni che si disfano di alcol tutti i weekend e che hanno accesso a superalcolici con stratagemmi puerili. Basta far entrare al supermercato un amico o un fratello di qualche anno più grande e il gioco è fatto. E non devono mancare le bibite energetiche: un mix che può diventare letale, perché si dilata a dismisura la capacità di assumere alcol, viene meno l'effetto di sonnolenza provocato dalla sbornia, si possono raggiungere picchi di alcolemia da capogiro. E si mette in pericolo la propria vita. Senza nemmeno saperlo». Dall'Amico fa appello alla società tutta per mandare un segnale, partendo ovviamente dal mondo dell'istruzione e della formazione. «Bisogna dirlo che strafarsi di alcol non è una figata - ammonisce - ma una cosa rischiosa, per oggi e per il proprio futuro: i messaggi che arrivano dai media e che riempiono i social sono di segno opposto. E' necessario agire subito perchè le conseguenze di questi comportamenti rischiano davvero di essere permanenti».

L'IDENTIKIT


Il fenomeno è trasversale: ne sono vittime, indistintamente, ragazzi e ragazze, adolescenti e giovani adulti, la fascia dei teenager, insomma. «Gli studenti delle scuole superiori sono i maggiormente rappresentati - spiega il primario -, ma gli ultimi anni delle medie sono già diventati il periodo in cui si provano questo tipo di sballi. Esagerazioni che non sono più la follia di una notte di coloro che vogliono provare a scoprire il mondo degli adulti, ma comportamenti inseguiti e ricercati con bramosia da parte di poco più che bambini. Peggio ancora: ripetuti nel tempo». A preoccupare maggiormente i medici c'è anche il collegamento con i disturbi alimentari, che all'ospedale di Pordenone vengono curati in un apposito Centro, fiore all'occhiello dell'intero Friuli Venezia Giulia, assieme alla struttura gemella di San Vito al Tagliamento, pionieristica in questo settore: «Sono soprattutto ragazzine che bevono in maniera smodata evitando così di mangiare. Con effetti ancora più drammatici su fisici già minati precedentemente dalla patologia che le affligge». Per Dall'Amico c'è ancora possibilità di incidere: «Servono provvedimenti che stronchino la diffusione dell'alcol tra i minorenni, che è la vera piaga moderna, il reale problema di ordine pubblico, altro che Rave party - ribadisce -. Agiamo subito, tutti assieme. Per fare in modo che una tredicenne in coma etilico torni a essere una notizia eccezionale di cui rammaricarsi».

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Il Gazzettino