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VENEZIA - Se in campo San Luca basta il nome di Emilio Colussi perché a un veneziano cresca l'appetito di zaleti e buranelli, o di focacce e pizze, quegli stessi sapori da oggi li ritroveremo al 4531 di calle delle Rasse. Lo storico forno fondato nel 1840 da Apollonio Colussi inaugura infatti la prima rivendita a metà strada fra Riva degli Schiavoni e campo Santi Filippo e Giacomo, portando avanti una tradizione più che centenaria in una zona frequentatissima del centro, San Zaccaria. L'apertura odierna è stata preannunciata dall'azienda come di un negozio di vicinato. E in effetti, i servizi che la bottega propone puntano sulla vita del quartiere. Certo sulla grande affluenza di pubblico turistico, ma in particolare sui lavoratori della zona, offrendo prime colazioni, pause pranzo e merende genuine e sfiziose.
PANE E PASTICCERIA
I prodotti principali, sfornati ogni mattina nel laboratorio di calle San Luca, saranno grissini e pancarrè, la focaccia veneziana e i dolci tipici locali. Un'alta pasticceria, quindi, che dai biscotti alle torte e crostate, passando per i dolci di carnevale e tutto il reparto salato, intende soddisfare con il massimo della qualità i palati di stranieri e residenti. «L'aspettativa e l'emozione sono grandi racconta Beatrice, una tra le nuove collaboratrici del punto vendita di Castello -. Per ogni ricorrenza poi, come sono state la festa della donna e del papà, o della mamma, si realizzerà sempre qualcosa di pensato appositamente».
E a proposito di prossimità, i dirimpettai già da tempo festeggiano la notizia ventilata dell'apertura.
DOPO I CINESI
«Prima c'era un lavoratore cinese che vendeva borse. Uno tra i tanti che hanno invaso la calle negli ultimi anni, trasformandola in una casbah irriconoscibile dicono -. Questo arrivo ci ha riempito di gioia, e confidiamo risolleverà l'assetto del circondario. Il forno è un'istituzione a Venezia ed averlo a un passo, con i suoi prodotti, ci fa davvero piacere. La speranza continuano -, è che ciò possa interrompere il degrado che sta compromettendo la città, con i troppi negozi di souvenir scadenti che allontanano il turismo bello e nemmeno rispettano l'architettura del luogo. Per la maggior parte appendono senza battere ciglio la loro merce sulle pareti dei palazzi continuano Romano e la moglie -, come la strada fosse di loro proprietà. Ben venga allora una volta in più il panificio».
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Il Gazzettino