Olio di canapa non autorizzato in vendita online: condannata una coppia friulana

Olio di canapa non autorizzato in vendita online: due condanne
PORDENONE - L'olio di canapa è un medicinale? Può essere messo in commercio senza autorizzazione? Una coppia della provincia di Pordenone si è ritrovata a...

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PORDENONE - L'olio di canapa è un medicinale? Può essere messo in commercio senza autorizzazione? Una coppia della provincia di Pordenone si è ritrovata a processo per l'ipotesi di tentata frode in commercio e violazione del decreto che regola il commercio dei farmaci. E tutto per le bottigliette di olio di canapa proposte sul sito internet www.northenasthemp.it, creato nel 2020, dove il prodotto era stato promosso come «canapa certificata 100 per cento legale grazie a un contenuto di THC inferiore a quello previsto per legge» e pubblicizzato per i suoi «benefici all'organismo». Un intervento dei carabinieri del Nas ha messo fine sia al commercio che al progetto di coltivare legalmente canapa in un terreno che Pier Guglielmo Venturato, 28 anni e Cristina Pignaton, 36, avevano a disposizione ad Aviano. Un progetto che si è arenato nelle pieghe della giustizia e, probabilmente, nella condanna inflitta ieri dal giudice monocratico Milena Granata: 4 mesi di reclusione e duemila euro di multa (pena ridotta di un terzo per effetto del rito abbreviato). A entrambi è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena. È stata invece disposta la confisca e la distruzione, mediante oscuramento, del sito internet e del materiale a suo tempo sequestrato.


LE CONTESTAZIONI
A battersi per l'assoluzione è stato l'avvocato Carlo Alberto Zaina, esperto in materia di stupefacenti e di cannabis light. Dopo il sequestro del sito internet, avvenuto il 12 luglio 2021, aveva tentato di contrastare l'orientamento della Procura anche attraverso un ricorso al Tribunale del Riesame di Pordenone, in cui insisteva sul fatto che era palese che non si trattava di sostanze stupefacenti, ma l'istanza è stata respinta. I giudici hanno sposato la tesi dell'Aifa, secondo cui il cannabidiolo (CBD) è farmacologicamente attivo, quindi va considerato alla stregua di un medicinale. Da qui l'ipotesi di aver messo in vendita un prodotto farmacologicamente attivo o specialità medicinali senza avere l'autorizzazione a farlo. Le indicazioni fornite agli utenti del sito internet hanno poi fatto scaturire l'ipotesi di un tentativo di frode alimentare, in quanto online si diceva che l'azienda agricola produceva e selezionava le migliori infiorescenze d'Italia. In realtà la coltivazione di canapa non è mai cominciata e l'olio era stato acquistato da ditte specializzate e autorizzate a venderlo.


LA DIFESA


L'avvocato Zaina si definisce «deluso». «Rispetto la sentenza - ha commentato - Attendo di conoscere le motivazioni del giudice, poi valuteremo l'appello. Mi chiedo in che cosa consista il tentativo di frode, per il resto l'olio di canapa acquistato da aziende autorizzate non aveva principio attivo drogante». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino