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COLLI EUGANEI - C’era una volta la crisi. Quella che obbligava gli agriturismi dei Colli, in pieno Covid, a limitare, i danni raffigurati da sale e tavoli forzatamente vuoti con l’invenzione dei pranzi per asporto.
PANDEMIA ALLE SPALLE
A due anni di distanza i vuoti della crisi hanno lasciato il posto ad un “tutto esaurito” su tutta la mappa collinare. Pasqua è tornata insomma ad essere una festività di precetto, almeno sulle tavole della ristorazione rurale. «L’ultimo tavolo – spiega Emanuele Calaon, titolare dell’agriturismo Bacco e Arianna di Vò – è stato prenotato due mesi fa. Ed il sold out è pressoché annunciato anche per i prossimi ponti del 25 aprile e 1 maggio». Trovare un posto a pranzo anche in domeniche “ordinarie” sarà insomma un’impresa, visto che diverse insegne agrituristiche hanno agende semi completate da comunioni e cresime.
«IN MOLTI BATTUTI SUL TEMPO»
«Ho avuto le proteste di diversi clienti storici che non hanno trovato posto – ha spiegato Cirillo Carpanese, altro ristorante rurale di Teolo – perché sono stati battuti sul tempo della prenotazione da clienti “nuovi”. Mi è dispiaciuto per loro ma non sono ricavabili nuovi posti». Per la Pasqua fuori porta a tutti i costi nessun avventore vuole badare a spese. Il costo medio del pranzo domenicale negli agriturismi dei colli va da un minimo di 35 euro a persona ad un massimo di 50. Il menù, come confermato dai titolari dei locali è rigorosamente secondo tradizione, con antipasti con salumi dei colli e torta Pasqualina, primi con risotto alle erbette e secondi con faraona e capretto gettonatissimi.
COSTI LIEVITATI
«C’è stato un aumento del 10-15% sui listini – ha spiegato ancora Emanuele Calaon – come effetto dei rincari delle materie prime e delle bollette. Ma nessuno fra quanti hanno prenotato ha obiettato su questo». Anzi. Sui Colli, l’abbinata fra pernottamento e pranzo per il week end pasquale, sta registrando numeri considerevole. «Le nostre stanze – ha sottolineato Silvia Saorin – sono state quasi tutte prenotate da famiglie in arrivo dall’Emilia e dalla Toscana. I tedeschi? Non amano l’affollamento di Pasqua, ma hanno già prenotato per il prossimo settembre».
L’IDENTIKIT DEGLI AVVENTORI
Anche l’identikit degli avventori che riempiranno gli agriturismi è secondo tradizione. «Sono soprattutto famiglie allargate e gruppi di amici – ha confermato Silvia Saorin – piuttosto che turisti venuti da lontano». La loro unica pretesa, una volta “conquistato” il tavolo per Pasqua è però indiscutibile. «Pretendono – conclude Emanuele Calaon – cibo rigorosamente a chilometri zero e vino locale. Altrimenti non è “pranzo di Pasqua». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino