Medico di base minacciato perché rifiuta l'impegnativa a un paziente: «Inaccettabile, non sono uno zerbino»

Il medico di base Alfonso Feis nel centro di medicina a Roverbasso
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CODOGNE' - «Noi medici di base, pur essendo al servizio dei pazienti non siamo degli zerbini. Siamo esseri umani ed esigiamo lo stesso rispetto ed educazione che cerchiamo ogni giorno con il nostro contributo di dare ai pazienti». Si sfoga così il dottor Alfonso Feis all’indomani delle minacce verbali lanciate da un paziente a seguito del suo rifiuto di scrivere un’impegnativa per un intervento chirurgico. Il paziente ha minacciato di denunciare il medico se non gli avesse subito compilato l’impegnativa. 


IL FATTO
L’episodio la settimana scorsa. Uno dei pazienti del dottor Feis, un uomo di Gaiarine, aveva deciso di fare una visita privata in una struttura di Pordenone. Dopo l’esito della visita che suggeriva un intervento chirurgico il paziente si era rivolto al suo medico di base per avere l’impegnativa con cui farsi operare in una struttura dell’Usl 2. Ma il dottor Feis, sulla base della legge Lorenzin che di fatto impedisce che un paziente che ha una visita privata in una regione diversa da quella dove risiede non può accedere al servizio pubblico, si e’ rifiutato di scrivergli l’impegnativa e il quarantenne si e’ scatenato con insulti e minacce. «Mi faccia immediatamente l’impegnativa o la denuncio» scrive nel primo messaggio. E ancora: «Le ho mandato l’email ancora due giorni fa. Devo ancora avere l’impegnativa per l’operazione, se non la fa entro oggi, vi denuncio all’USL. E’ una vergogna!». 


LA SEGNALAZIONE 
Il medico sapendo di essere nel giusto, non ha risposto alle minacce del paziente e si e’ rivolto al comando dei carabinieri della stazione di Codogne’ riferendo delle minacce ricevute. «Non ho ritenuto necessario sporgere denuncia scritta afferma Feis che e’ rimasto l’unico a presidiare il centro di medicina con sede a Roverbasso dopo che numerosi medici se ne sono andati pressati dal troppo lavoro e dal numero eccessivo di pazienti - Ho solo voluto mettere al corrente le forze dell’ordine di un comportamento aggressivo e maleducato. Ho sempre cercato di fare il mio dovere e spero che i pazienti capiscano che non e’ facile seguire 1900 persone. Mi sono sempre reso disponibile e sono convinto di continuare a farlo anche quando raggiungerò il momento della pensione a fine 2023». Il medico vorrebbe continuare a essere utile all’azienda sanitaria. «Se la legge me lo permetterà vorrei continuare ancora per due anni in modo che passi l’emergenza della carenza dei medici di base e torni tutto alla normalità. Certo che bisogna che certi pazienti capiscano che ci sono cose che non possono avere o fare e non è certo prendendosela con noi che risolveranno i problemi». 

I NODI

Il medico spiega che in certi casi i pazienti telefonano “pretendendo” ad esempio di avere giorni di malattia dal lavoro senza essere nemmeno visti di persona, o pretendono di avere medicinali particolari prescritti al telefono senza farsi vedere dal medico. «Il medico di base ha il compito e la responsabilità di prescrivere i medicinali adatti al paziente. Non si può pretendere che con 1900 pazienti possa ricordare le patologie e i problemi di ciascuno di loro». 
 

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Il Gazzettino