UDINE - Un bottino in gioielli e abbigliamento di alta moda per migliaia di euro, acquistati via Internet utilizzando codici di carte di credito rubati a cittadini stranieri;...
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Se ne accorge l'azienda: troppi ordini
L'idagine nasce da una serie di segnalazioni giunte alla polizia postale da parte di una nota azienda di gioielli che si era insospettita per i numerosi ordinativi, giunti al proprio sito web, da parte di improbabili acquirenti stranieri che chiedevano, tutti, di ricevere la merce nella provincia di Reggio Emilia.
Tra le Isole Fiji e la Turchia
Gli investigatori di Venezia e Udine, in stretta collaborazione con il Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, col supporto dei colleghi di Bologna, hanno fatto tutti gli accertamenti necessari sulle carte di credito emesse e clonate in Paesi stranieri, con ogni probabilità acquistate sul black-market; è stato appurato che gli istituti di credito di appoggio dei titoli di credito si trovavano tra le Isole Fiji e la Turchia. Le transazioni erano state eseguite attraverso una connessione proveniente da una abitazione della provincia di Reggio Emilia, dove risiede una 25enne nigeriana che, tra l'altro, ha dei precedenti per stupefacenti.
Decine di migliaia di euro
Le consegne venivano poi veicolate tutte all´indirizzo della 25enne cittadina nigeriana, segnalata per ricettazione, che fungeva da punto di raccolta e smistamento per l´organizzazione. Oltre a vari pacchi, appena consegnati, contenenti refurtiva per decine di migliaia di euro, sono stati rinvenuti numerosi computer e supporti informatici coi quali i malviventi facevano gli acquisti online e organizzavano le truffe.
Travestiti da vettori
Gli investigatori hanno monitorato la merce durante lo smistamento, travestiti da vettori, e hanno seguito le consegne, rese particolarmente difficili dal contesto ambientale in cui dovevano avvenire, per la presenza di sentinelle e pali.
Ladri che sorvegliano i ladri
In questa tipologia di reati, la manovalanza criminale, per l'ingente valore dei beni, viene controllata da altri adepti, così che nessuno si possa impossessare della refurtiva e che il bottino arrivi ai capi dell'organizzazione. Le indagini sono state coordinate dalle Procure di Udine e di Reggio Emilia. Gli indagati risiedono infatti in queste due province. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino