Fermata la banda della cocaina dell'asse del Terraglio. Tra i clienti anche i facoltosi della Treviso bene

A comprare la droga dai nigeriani anche personalità del mestrino e del veneziano. Gli agenti della polizia locale premiati per l'operazione con il Caschetto d'oro a Udine.

TREVISO - C’era il macellaio di un noto supermercato, ma anche il dirigente d’azienda e pure l’insospettabile impiegato di banca. E poi tanti professionisti,...

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TREVISO - C’era il macellaio di un noto supermercato, ma anche il dirigente d’azienda e pure l’insospettabile impiegato di banca. E poi tanti professionisti, padri di famiglia irreprensibili. Apparentemente. Tutti erano clienti dei cinque spacciatori nigeriani finiti nella rete stesa dalla polizia locale durante un’indagine durata un anno e condotta alternando pedinamenti, intercettazioni, tecniche investigative di qualità. Un lavoro intenso, culminato con la richiesta di custodia cautelare per i cinque “professionisti dello spaccio” - come li ha definiti il comandante Andrea Gallo - che avevano individuato Treviso come sede dei loro traffici e col premio del “Caschetto d’Oro” per i sei componenti del nucleo di polizia giudiziaria del comando di via Castello d’Amore che li hanno tenuti sotto controllo per mesi. Il riconoscimento agli agenti è stato conferito a Udine durante l’annuale assemblea del Circolo dei Tredici, associazione che comprende le polizie locali delle province di Veneto, Friuli e Trentino e che ogni anni premia gli agenti che si sono particolarmente distinti.

La banda degli spacciatori dell'asse del Terraglio

La banda di spacciatori aveva scelto come campo d’azione la zona della stazione ferroviaria e l’asse del Terraglio. Erano specializzati nella vendita di cocaina che cedevano ad almeno 20 euro a dose. Gli agenti li hanno pedinati, filmati, intercettato i loro telefonini e soprattutto i dialoghi via chat con i clienti. E hanno scoperto uno spaccato della società trevigiana magari non sorprendente, ma che fa riflettere. Tra gli “abituali”, oltre a qualche sbandato e “tossico” già noto ma che non era di certo core businness dell’attività, hanno trovato rappresentanti di quella che in maniera molto generica e banale, viene definita la Treviso bene. «I clienti - spiega il comandante Gallo - non erano solo trevigiani, ma arrivavano anche dalla provincia di Venezia e dai comuni vicini. Gli spacciatori erano molto professionali: cambiavano zona spesso, usavano tecniche particolari per non farsi intercettare. I nostri agenti ci hanno lavorato un anno per raccogliere le prove necessarie che, alla fine, si sono dimostrate molto concrete». Per i cinque spacciatori sono state predisposte diverse misure di custodia cautelare: due agli arresti domiciliari, uno in carcere e altri due con obbligo di firma.

Tra i clienti della "coca" tanti insospettabili

Ma a stupire, come detto, è stato il livello dei clienti: «Siamo rimasti sorpresi», ammette Gallo. Soprattutto nel fine settimana si intensificavano i messaggi da parte di professionisti e anche dirigenti di azienda. Gente con la possibilità di spendere e desiderosa di un po’ di trasgressione. In certi casi, i clienti più facoltosi, di dosi ne compravano anche 5 o dieci alla volta sperperando come niente 150 o 200 euro in un colpo solo. Nei mesi dell’indagine il giro d’affari della banda ha superato i 90mila euro. La cocaina, insomma, si conferma la droga del fine settimana, quando “sballare” diventa un imperativo, e dei benestanti. E la banda di nigeriani, a giudicare dalla clientela, era diventata un punto di riferimento per Treviso città ma anche per il mestrino e il veneziano. Non a caso i loro affari erano spalmati tra la zona stazione e il Terraglio. Tutti i movimenti sono stati documentati dagli agenti, che poi hanno fatto confluire il materiale nella denuncia per spaccio con cui è stata azzerata l’attività della banda.

Il premio 

«I sei agenti, tra il 2021 e 2022, hanno raccolto prove sufficienti per far emettere dal Gip, su richiesta del Pubblico Ministero, i provvedimenti cautelari a carico di cinque “professionisti” dello spaccio», sottolinea Gallo presente alla consegna del “Caschetto d’Oro”: «L’importante riconoscimento testimonia la professionalità, l’impegno e la costanza nelle indagini per il contrasto dello spaccio di stupefacenti in alcune zone della città». Il Circolo dei Tredici, presieduto da Marco Agostini, comandante di Venezia, ha voluto riconoscere nell’attività degli agenti un «esempio significativo di notevole professionalità e capacità investigativa».

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Il Gazzettino