Cocaina nel retro della sala ristorante, locale chiuso per un mese

Cocaina nel retro della sala ristorante, locale chiuso per un mese
MONTEGROTTO - Ancora guai per l'“Hostaria degli Anzoi”, in via Scavi, nel cuore di Montegrotto, divenuta, alla luce dell’indagine conclusa lo scorso...

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MONTEGROTTO - Ancora guai per l'“Hostaria degli Anzoi”, in via Scavi, nel cuore di Montegrotto, divenuta, alla luce dell’indagine conclusa lo scorso settembre dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Abano, un insospettabile luogo di spaccio e consumo di stupefacenti. Dopo l’arresto di Daniele Corradini, lo chef 55enne del ristorante, che riservava consumazioni di cocaina ai clienti in un privé del locale, è arrivata infatti l’ordinanza del questore, notificata dall’Arma, che ha imposto la chiusura del locale. 


L’“Hostaria degli Anzoi” dovrà quindi tenere le serrande forzatamente abbassate per trenta giorni, così come impongono le leggi di pubblica sicurezza che contemplano la sospensione dell’attività per i pubblici esercizi che risultino abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose. E che rappresentino quindi un potenziale pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. 


LA VICENDA
Il locale del centro sampietrino era finito sotto la lente d’ingrandimento dell’Arma all’inizio di quest’anno, quando, a coronamento di un’indagine molto difficoltosa, i carabinieri della Compagnia delle Terme avevano raccolto indizi piuttosto evidenti dell’attività di spaccio organizzata dal gestore. Il lavoro investigativo avrebbe dovuto arrivare all’epilogo ancora nel febbraio scorso. Ma ad ostacolarlo sono state le misure anti Covid che hanno imposto la chiusura degli esercizi pubblici. Dopo l’allentamento delle misure di sicurezza i militari sono riusciti, alla fine della scorsa estate, ad introdursi con uno stratagemma nel magazzino del ristorante. E a piazzare delle videocamere, capaci di evidenziare in ogni particolare cosa avvenisse oltre la parete della sala da pranzo. Daniele Corradini, infatti, avrebbe preparato per “clienti” selezionati, con tanto di piattino e tesserino plastificato, le dosi di cocaina che venivano assunte nel privé. E che venivano pagate al momento del conto. Il “traffico” avveniva ovviamente lontano da occhi indiscreti, anche di quei clienti che nulla potevano sospettare di quanto avvenisse nel retrobottega. Il 26 settembre è così scattata la perquisizione, che oltre alle dosi di cocaina sequestrate ha portato alla luce anche un chilo e 700 grammi di marijuana. Per il gestore, originario di Venezia e residente ad Abano, era scattato il provvedimento di arresto emesso dal procuratore Benedetto Roberti


I PROVVEDIMENTI


Corradini si trova tuttora agli arresti domiciliari. Il duro contraccolpo riguarda adesso il locale, intestato alla compagna dello chef, che per un mese non potrà lavorare. Il provvedimento amministrativo sottoscritto dal questore, a corollario dell’azione investigativa conclusa tre mesi fa dai carabinieri, è stato salutato con soddisfazione dal sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello, che ricorda come Corradini avesse gestito negli anni scorsi, su affidamento delle precedenti amministrazioni, anche il bar annesso all’ex Rustico di Villa Draghi. «E’ la prova – ha detto il sindaco – dell’ottimo lavoro svolto dalle forze dell’ordine nel nostro territorio. Ma ancor di più dell’attenzione riservata alle autorità di Polizia al nostro territorio, scelto ancora una volta dalla criminalità come terreno fertile per attività illecite. Un tentativo che grazie al metodico lavoro dei Carabinieri è stato sventato con successo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino