Il mistero di Cloe: l'ex docente era sparita dal paese da almeno sette mesi: «Non voleva essere guardata»

MARCON - «Che non la vediamo più è da almeno sei, sette mesi. Era una donna scostante, molto riservata, che non dava confidenza a nessuno. E negli ultimi tempi...

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MARCON - «Che non la vediamo più è da almeno sei, sette mesi. Era una donna scostante, molto riservata, che non dava confidenza a nessuno. E negli ultimi tempi se qualcuno di noi incrociava il suo sguardo anche del tutto involontariamente, si metteva a urlare. Non voleva essere guardata, forse perché temeva di essere giudicata». Questo il ritratto che a Gaggio danno i vicini di Cloe Luca Bianco. L'ex docente di 57 anni, forse morta bruciata nella sua roulotte ad Auronzo, abitava in un condominio rosa al civico 71 di via Mattei. La vedevano fare la spesa, prendere il caffè in pasticceria, ma mai scambiare qualche parola con qualcuno, come se fosse estraniata. Una personalità difficile, complessa: così era percepita. Si dovrà attendere l'esame del dna estratto dal cadavere carbonizzato per avere la certezza che appartenga a Cloe.


LUOGO MALEDETTO
Un luogo maledetto quello in località Argentiera, tra Auronzo e Misurina, all'ex miniera quello in cui sabato si è consumata la tragedia che ha richiamato alla memoria la fine di un vicentino deceduto nella sua auto, di un residente locale colpito da infarto, di un altro folgorato. Tanto da far crescere negli anni tra gli auronzani il timore di piste esoteriche. Lì aveva scelto di parcheggiare il camper la persona che non ancora un nome ufficiale anche se tutto lascia pensare che si tratti di Cloe Luca Bianco, che nel 2015 ha fatto outing presentandosi in classe allo Scarpa Mettei di San Donà dove insegnava indossando abiti femminili. Servono gli accertamenti genetici coordinati dalla Procura che già oggi dovrebbero essere disposti dal magistrato. Intanto la zona e il mezzo bruciato sono sotto sequestro a disposizione degli investigatori. Così come i resti recuperati, che si trovano all'obitorio di Belluno.


LE INDAGINI


Il Nucleo investigativo antincendio (Nia) dei vigili del fuoco sta indagando per ricostruire l'accaduto. Tutto farebbe pensare a un rogo accidentale: all'interno del veicolo c'erano due bombole di gas propano. I carabinieri della Compagnia di Cortina sono in attesa delle verifiche scientifiche. Chi ha parcheggiato il camper in località Argentiera sicuramente conosceva bene la zona: in quei luoghi non ci si arriva per caso. È un punto di partenza per andare a funghi, ma è un piazzale vietato alla sosta camper. Il conducente del camper bruciato aveva spostato i new jersey che bloccano l'accesso ai veicoli e si era sistemato nell'area, in cui sicuramente aveva sostato anche altre volte. Si era portato anche una bicicletta, ritrovata bruciata. L'unica certezza è che Cloe frequentava Auronzo. Se è lei la persona deceduta era stata spesso vista in paese, veniva in vacanza con il suo camper, molti l'avevano notata. Ma non in questi giorni. Nemmeno chi ha dato l'allarme aveva idea che si trattasse di un camper. «Accorrete vediamo del fumo, c'è della sterpaglia che brucia»: questa la chiamata arrivata all'alba di sabato ai vigili del fuoco. Solo successivamente hanno richiamato dicendo che si trattava di un camper. In pochi minuti i pompieri del distaccamento di Santo Stefano sono intervenuti, ma purtroppo non c'era più nulla da fare.
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Il Gazzettino