Vivere da clochard. Come "casa" la fernata del bus: «A me piace così»

Il senzatetto alla fermata del bus
PADOVA - «Non faccio male a nessuno, non rubo. Voglio stare qui e che tutti smettano di darmi fastidio». Si fa capire benissimo nonostante la voce stanca, provata dal...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA - «Non faccio male a nessuno, non rubo. Voglio stare qui e che tutti smettano di darmi fastidio». Si fa capire benissimo nonostante la voce stanca, provata dal freddo e qualche lattina di birra di troppo ingollata nella vana speranza di scaldarsi e far scorrere il tempo di un'interminabile giornata passata all'addiaccio a una fermata dell'autobus.


Lui è Francesco (nome di fantasia), cinquantenne padovano. Tratti distintivi: moltissimi in questi giorni lo hanno notato, eppure praticamente nessuno ha visto il suo viso. Francesco al mondo appare come un ammasso di coperte, sotto cui si distingue a malapena una sagoma umana grazie alle scarpe consumate che fanno capolino. Da giovedì si è sistemato sotto la tettoia della fermata del bus urbano del cavalcavia Borgomagno, dal lato di viale Codalunga. É seduto su una panchina e pare non essersi più mosso. Sta avvolto in coperte logore e in un sacco a pelo sfilacciato. Accanto a lui, a occupare buona parte della pensilina, la sua bicicletta blu e una miriade di sacchetti di plastica. Dentro, visibile in trasparenza, tutto il suo mondo. Qualche fagotto di vestiti, qualche confezione di cibo, tante lattine di birra. Resta seduto interamente coperto, perfino sopra la testa porta il sacco a pelo come un cappuccio. Non si lascia vedere in volto, ma a chi si avvicina risponde. «Sono qui da un paio di giorni. Tante persone si sono fermate a chiedere se avessi bisogno di aiuto, sono venuti i vigili urbani, l'ambulanza ma io non voglio nessuno - racconta lasciando intravvedere solo le mani gonfie e livide al di sotto delle coperte - Io voglio stare per conto mio, in strada. Non infastidisco nessuno e voglio che nessuno infastidisca me. Mi arrangio, racimolo sempre qualcosa da mangiare, ho i vestiti per coprirmi. Ora basta, questa è la mia scelta e voglio restare in strada», spiega nervosamente prima di richiudersi a riccio.


Attorno a lui la città scorre. Decine di persone fanno tappa alla fermata, salgono e scendono dagli autobus. Lo guardano, chi di sfuggita e chi incuriosito. Francesco si fa notare nonostante sia l'ultima cosa che vorrebbe. In tarda mattinata gli fa visita la polizia locale: lo conoscono bene, da molti anni vive in strada in varie zone della stazione. Se non è al Borgomagno è in via Valeri, spesso va a pranzare alle cucine popolari. É stato dichiarato in grado di intendere e di volere, perciò quella di vivere in strada è una sua libera scelta. I vigili possono offrirgli aiuto, ma lui non vuole saperne, rifiuta l'ambulanza e il ricovero. Ad allarmarsi sono stati anche alcuni residenti della zona tra cui l'ingegnere Massimo Pupa. Hanno sollecitato servizi sociali e polizia municipale, ma le autorità per il momento hanno le mani legate. «Speriamo sia davvero una sua scelta, ma soprattutto che non capiti mai una tragedia» commenta sconsolata una donna in attesa del bus.
Serena De Salvador Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino