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VENEZIA - «Un po' romanzo di formazione, un po' biografia divertita e pensosa, un po' catalogo degli inciampi e dell'allegria del vivere "La mia vita raccontata male" ci ricorda che, se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro, la strada è costellata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali».
E' così anticipato lo spettacolo che vedrà in scena al Teatro Goldoni, da domani giovedì 4 alle 20.30 con repliche fino a domenica 7 aprile, uno dei volti più noti del cinema italiano odierno e soprattutto della televisione, Claudio Bisio. "La mia vita raccontata male", regia di Giorgio Gallione e produzione Teatro Stabile di Genova, attinge ad un patrimonio letterario e di sceneggiatura importante, quello di Francesco Piccolo.
Sul versante narrativo, dopo il celebre "Momenti di trascurabile felicità", nel 2014 sempre con Einaudi "Il desiderio di essere come tutti" si aggiudicò il Premio Strega.
SPECCHIO
«Lo spettacolo si dipana in una sequenza di racconti e situazioni - proseguono le note - che, inesorabilmente, costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all'impegno politico, dall'educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall'Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier».
Molta carne al fuoco: «Lo spettacolo - ancora - montato in un continuo, perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta "male", in musica e parole tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo». Con un messaggio sottinteso, a beneficio dello spettatore: «La vita, forse, non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda, e spesso non la si vive come vorremmo noi, ma come vuole lei».
«Tutto era pronto per il debutto nel 2020 - ha ricordato scherzosamente Bisio - poi è scoppiata la pandemia e tutto si è fermato arrivato il giorno della prima, a Genova il Covid me lo presi io!» Una dimensione teatrale a lui consona, che rimanda al teatro-canzone di Giorgio Gaber: «Questa è la mia dimensione - ha confermato Bisio - che non è né cabaret né teatro aulico».
Con una curiosità: «Tutti credono che io nello spettacolo parli di me, anche chi mi conosce bene» Per l'attore originario di Novi Ligure, volto storico delle pellicole di Gabriele Salvatores (impossibile non ricordarlo nell'Oscar "Mediterraneo"), come pure di conduzioni televisive seguitissime ("Mai dire tv", "Le Iene", soprattutto "Zelig"), "La mia vita raccontata male" si configura quale ulteriore grande prova del suo talento e versatilità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino