Padova - Non c’è solo Andrea Cisco nell’orbita del Sassuolo. A precedere in terra emiliana il giovane giocatore di Altichiero, di proprietà del club...
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GRANDE INTENSITÁ
«È stato un qualcosa di inaspettato ed emozionante – racconta – in particolare il primo gol arrivato in una partita delicata contro la Roma e al debutto. La serie A è sicuramente una categoria con un altro livello d’intensità, di velocità, di gioco e di qualità tecnica e l’inserimento è stato ed è tuttora impegnativo e progressivo, ma sto lavorando per potere dare il mio contributo alla squadra».
Padovana di San Carlo, il pallone è stata la sua passione sin da quando aveva sei anni e affrontava gli amichetti maschi nel campo a due passi da casa e non si perdeva in televisione una partita dell’Inter. Anno dopo anno le esperienze nelle varie portacolori cittadine femminili fino al Padova nella cui orbita è entrata la squadra dello Zensky di cui faceva parte. Ora il calcio che conta davvero. «Qui si avverte la presenza alle spalle di una società organizzata e professionistica e lo stesso contatto con giocatori del calibro di Boateng, Magnanelli e Berardi stimola molto, facendoci sentire l’importanza di indossare questa maglia».
PROSSIMA ALLA LAUREA
Non manca tuttavia un pizzico di nostalgia. «Con le ex compagne abbiamo condiviso tanto e con diverse di loro il contatto è frequente. Mi manca un po’ anche la città, ma questa nuova esperienze rappresenta un grande stimolo per me». E non pregiudica il suo percorso di studi. «Mi mancano solo un esame e la tesi per laurearmi in scienze motorie, motivo per cui non devo più frequentare le lezioni e così è più facile conciliare studio e allenamenti». In ogni caso i tre gol già segnati, uniti alla convocazione con la nazionale italiana under 23, ripagano i sacrifici, in particolare il dovere rinunciare ad allenare i ragazzini dell’Arcella. «Allenare è una mia passione, ma in questo momento ho deciso di concentrarmi sul calcio giocato. L’Arcella resta sempre nel mio cuore perché mi ha dato la possibilità di vivere due fantastici anni; chissà che in futuro le nostre strade non possano incontrarsi di nuovo».
Andrea Miola Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino