Stupro, la presidente del Consiglio comunale di Chioggia difende il figlio di Beppe Grillo in un post su Facebook La frase choc

Stupro, la presidente del Consiglio comunale difende il figlio di Beppe Grillo in un post su Facebook
CHIOGGIA (VENEZIA) - Presidente del consiglio comunale da una settimana, già rischia di essere dimissionata per un commento su Facebook a dir poco infelice. Lei è...

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CHIOGGIA (VENEZIA) - Presidente del consiglio comunale da una settimana, già rischia di essere dimissionata per un commento su Facebook a dir poco infelice. Lei è Maria Chiara Boccato, 34 anni, ex consigliere grillina, ora indipendente, accusata di essere troppo solidale con il fondatore del M5S e sprezzante verso le donne vittime di violenza (per la vicenda del figlio di Grillo, Ciro, accusato di stupro, n.d.r.). Lei, invece, ritiene di essere bersaglio della macchina del fango che impera nei social.


Il caso esplode la mattina del 1° maggio quando la consigliera comunale di una civica di centrodestra, Romina Tiozzo Compini, posta su Fb lo screenshot di un commento che Maria Chiara Boccato aveva fatto in merito alla vicenda del figlio di Beppe Grillo. Ecco - testuale - cosa aveva scritto Boccato: «Vorrei sapere se la Buongiorno difende anche le donne stuprate da uomini normali o solo quelle stuprate dai vip della costa smeralda. La mia solidarietà a Grillo... non sempre noi donne siamo perfette... mi sa tanto da mi sono ubriacata in una villetta in Costa Smeralda, l'ho data a 4 ragazzi apparentemente benestanti ed il giorno dopo me ne sono pentita... alle persone comuni questo tipo di violenza non succede». «Capisco - dice la Compini - che il trono da presidente dia alla testa, ma addirittura arrogarsi il diritto di dare sentenze da giudice questo no! Dopo questa esternazione deve dimettersi!».


Il post viene ripreso anche da molti politici, la richiesta di dimissioni diventa corale. Anche la segretaria del Pd, Barbara Penzo, che aveva proposto e sostenuto la Boccato quale presidente del consiglio durante la crisi istituzionale durata un paio di mesi, chiede «rettifica e spiegazioni». Le prime reazioni sono violente: qualcuno ha augurato alla Boccato di essere, a sua volta, violentata. Va precisato che Boccato è diventata presidente il 24 aprile, mentre il suo intervento sulla vicenda Grillo risale al 20. Quel giorno Boccato aveva commentato un post della consigliera Barbara Penzo che aveva espresso un giudizio negativo sul famoso video in cui Grillo difendeva il figlio dall'accusa di stupro: «Parole vergognose ed inaccettabili di Grillo. Esprimo il mio più profondo disprezzo», aveva scritto la Penzo. Nel commento, spiega la Boccato, «avevo toccato tre temi: il ruolo dell'avvocato Bongiorno che sovrappone, in un modo che non condivido la professione di penalista e l'incarico politico; l'esternazione di Beppe Grillo a cui credo vada riconosciuta, come padre, la difficoltà ad affrontare questa situazione; e il racconto, per quanto se ne sa, della ragazza che, a pelle e di prima impressione, mi ha suscitato perplessità. Magari l'ho spiegato male, ma non volevo certo ergermi a giudice di nessuno».


LE ACCUSE


Come mai il commento di Boccato per dieci giorni non ha fatto notizia? «Mi hanno aspettato al varco al consiglio comunale. Speravano che facessi qualche errore nella conduzione e quando, invece, tutto è andato bene, hanno fatto partire un attacco a orologeria, accusandomi gratuitamente. In questi due giorni quel commento è stato appositamente estrapolato in maniera subdola e manipolatoria da parte di alcuni esponenti dell'opposizione: hanno volutamente cancellato la data e, soprattutto, hanno omesso i commenti successivi di risposta a chi mi chiedeva delucidazioni, con i quali esplicitavo meglio il mio pensiero. Per me era solo una conversazione privata, magari criticabile, ma privata, nel profilo di un'amica». E la Compini? «L'ho querelata perché tempo fa aveva scritto su Facebook frasi ingiuriose e razziste nei confronti miei e, indirettamente, di mio figlio».

 

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Il Gazzettino