BELLUNO - «Dal pozzo della villa usciva cattivo odore. I Narducci furono costretti a chiuderlo, mi sembra mediante un getto di calce». È la testimonianza di una...
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IL RICONOSCIMENTO
Era il 9 dicembre del 2016 e il mostro del Circeo veniva sentito per la seconda volta in Procura, a Belluno dall'allora procuratore Francesco Saverio Pavone. In questa circostanza, oltre a fornire alcune precisazioni rispetto all'interrogatorio fiume precedente (il 12 agosto 2015) riconosce la villa nel video che Pavone gli mostra. «Mi si dice di riguardare la villa di Magione sul Lago Trasimeno - risponde Izzo a Pavone, come si legge nei verbali - dove Rossella è stata violentata. Devo dire che, anche se tutte le strade di compagna sembrano uguali, di aver riconosciuto la zona e il parcheggio antistante l'immobile che nel video non è stato rappresentato». Sarebbe quella la villa degli orrori, quella in cui Rossella sarebbe stata violentata nel corso della cerimonia cavalleresca a metà del settembre 1975. «Al termine della violenza - racconta Izzo - prima ancora che io andassi via, Francesco Narducci e i suoi due amici perugini, rimasti a me sconosciuti, hanno avvolto in un plaid di lana la ragazza, ancora viva, portandola in un'altra stanza. Subito dopo Francesco Narducci è rientrato nella stanza per salutarci, mentre gli altri due perugini non li ho più rivisti». Sono loro che hanno ucciso Rossella? Dove è stato sepolto il corpo? E il mistero del cattivo odore alla villa c'entra con la scomparsa di Rossella?
LA PUZZA
«Del fatto di questo cattivo odore - ha spiegato la persona sentita dai carabinieri di Perugia nel 2005 - ne parlavano in parecchi». E infatti molti anni prima, nel 1988, anche il nuovo acquirente di villa Narducci avvertì quell'odore strano. Lo raccontò quando venne chiamato in Procura per assunzione di informazioni, nel 2002: «Quello che mi colpì - dice - fu che dopo 4 anni circa da quando entrammo avvertimmo una puzza fastidiosa di fossa che proveniva dal prato sottostante. Per ricercarne la causa chiamai un operatore con una benda, che scavò intorno a casa per ricercarne le cause, rinvenendo la tubazione interrotta senza traccia di fossa biologica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino