Cinto Caomaggiore. Il papà che ha lanciato la figlia dal balcone finisce in psichiatria, gli amici: «Non aveva mai alzato la voce»

CINTO CAOMAGGIORE - È uscito dalla terapia intensiva ed è entrato in psichiatria. Questo il reparto dell'ospedale di Portogruaro in cui il 43enne di Cinto...

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CINTO CAOMAGGIORE - È uscito dalla terapia intensiva ed è entrato in psichiatria. Questo il reparto dell'ospedale di Portogruaro in cui il 43enne di Cinto Caomaggiore, indagato per tentato omicidio per aver lanciato dal balcone di casa la figlia di cinque anni, sarà ricoverato per i prossimi giorni e in cui la giudice per le indagini preliminari di Pordenone, Monica Biasutti, ha indicato come luogo per l'ordinanza di custodia cautelare. Una destinazione quasi obbligata, se si considera che l'uomo dalla mattina del 5 gennaio, giorno del fermo dei carabinieri, si trova in ospedale sedato. Quella sera, dopo le urla, dopo aver preso la sua bambina e averla buttata da quel terrazzino al primo piano dell'abitazione di Cinto, l'uomo aveva tentato di fuggire ed era stato bloccato da un gruppo di ragazzi del luogo. «Delirava - raccontano i testimoni - diceva continuamente: "Se chiudo gli occhi muoriamo tutti"».

I TEST

Eppure quella sembrava una serata così tranquillo. L'uomo aveva cenato insieme alla bambina e alla nonna (sua madre) e non aveva dato alcun segnale di squilibrio. Segnali di squilibri che, peraltro, non si erano mai neppure registrati in passato: quell'uomo, libero professionista affermato, aveva sempre affrontato tutto con calma e lucidità. La fine della relazione con la sua compagna, la madre della bambina, era stata accolta con civile serenità. I vicini ne parlano come una persona pacata, tranquilla, gli amici giurano di non averlo mai sentito nemmeno alzare la voce. Anche per questo motivo si aspettano i risultati dei test tossicologici: per capire se l'uomo, quella sera, potesse essere sotto l'effetto di qualche stupefacente. I difensori dell'uomo, gli avvocati Valter Buttignol e Igor Visintin, stanno costruendo una linea difensiva ma, ovviamente, attendono di poter incontrare il 43enne e di poter visionare gli atti (al momento dell'udienza di convalida non erano ancora stati nominati come legali di fiducia).


Resta il fatto che, a giudicare dall'ordinanza di custodia cautelare, per la gip l'uomo, pur all'interno di un presunto episodio di natura psicotica, al momento del fatto una certa capacità di intendere l'aveva. A suffragare questa circostanza anche il fatto che una volta precipitato dall'altezza di 4 metri, avrebbe tentato di allontanarsi, per logica, comprendendo la gravità di quanto commesso. La bambina, ricoverata all'ospedale Ca' Foncello di Treviso, ha avuto una prognosi di 30 giorni per un trauma cranico. Non è in pericolo di vita, fortunatamente, e non hai mai perso conoscenza. Le ferite più profonde saranno i traumi psicologici: per quelli servirà tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino