Este. Striscione degli animalisti contro la Cia: «Interrompere subito il biocidio di cinghiali»

Este, striscione degli animalisti alla sede di Cia
ESTE - «Cia: il problema sono i cacciatori, non i cinghiali». È questo lo striscione, firmato «100% Animalisti», affisso nel primo pomeriggio dal...

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ESTE - «Cia: il problema sono i cacciatori, non i cinghiali». È questo lo striscione, firmato «100% Animalisti», affisso nel primo pomeriggio dal gruppo ecologista in via Principe Amedeo, nella sede dell'associazione di categoria degli agricoltori Cia. Un atto dimostrativo che suona come replica alle recenti dichiarazioni del presidente padovano del sindacato, Luca Trivellato, che aveva chiesto «un censimento serio» dei cinghiali presenti nel territorio dei Colli e il contrasto alla proliferazione degli ungulati tramite il principio di gestione. Per Cia, in sostanza, «la presenza dei cinghiali deve essere considerata in un'ottica di equilibrio dell'intero ecosistema».

Di tutt'altro avviso gli animalisti duri e puri, che in seguito all'affissione dello striscione hanno diramato un comunicato fortemente critico verso Cia: «Nella sola area del Parco colli, nel 2022 sono stati ammazzati ufficialmente oltre 3mila cinghiali, più di quelli uccisi dai bracconieri. Negli anni precedenti, erano 2mila l'anno. È un vero e proprio biocidio (sic!), ma per il presidente Trivellato non è sufficiente e si deve andare avanti con la strage». Gli animalisti proseguono con una forte critica al sistema del consumo della carne di cinghiale: «I poveri animali vengono venduti a ristoratori e salumifici. Sarebbe interessante che qualcuno curiosasse su questo giro d'affari senza aspettare 30 anni. Gli animali non sono oggetti o merce da gestire, ma creature che hanno diritto di vivere nel poco spazio lasciato loro». Gli unici responsabili dell'introduzione dei cinghiali nel territorio sarebbero dunque i cacciatori. Solo pochi giorni fa, il presidente Luca Trivellato aveva dichiarato che «non è più possibile affrontare il problema degli ungulati con i mezzi e le strategie seguite finora». Dal canto suo, il parco ha deciso di commissionare uno studio volto a quantificare la densità della specie per chilometro quadrato. Servirà a verificare il rispetto degli standard imposti dalla Regione, che quantifica in non più di 10 esemplari per unità chilometrica il livello di sicurezza al di sopra del quale aumentano i rischi di proliferazione della peste suina. 

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Il Gazzettino