I cinghiali hanno invaso il Bellunese, Coldiretti: «Ora rischio peste suina»

I cinghiali hanno invaso il Bellunese, Coldiretti: «Ora rischio peste suina»
BELLUNO - Dopo il coronavirus la peste suina? Coldiretti lancia l'allarme. Danni ai campi, distruzione di coltivazioni e il diffondersi della peste suina: gli agricoltori...

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BELLUNO - Dopo il coronavirus la peste suina? Coldiretti lancia l'allarme. Danni ai campi, distruzione di coltivazioni e il diffondersi della peste suina: gli agricoltori bellunesi non ne possono più e l'associazione di categoria assicura «molta parte della popolazione è per il piano abbattimenti». Insomma, la questione mai risolta dei cinghiali e delle altre specie selvatiche che vivono nei boschi del Bellunese torna di prepotente attualità con un appello e un'indagine dell'associazione di categoria che, ancora una volta, chiede alla politica di prendere in mano la situazione e risolverla una volta per tutte. 


IL PRESIDENTE

«Servono piani di controllo e nuove forme di sostegno al contrasto spiega Alessandro De Rocco, presidente di Coldiretti Belluno -, per giungere nel tempo ad azzerare la piaga dei danni causati non solo alle imprese agricole, ma anche ai cittadini sempre più coinvolti in sinistri». L'indagine, secondo il gruppo, parla chiaro e dovrebbe indicare alla politica la strada da seguire. Oltre otto italiani su 10, l'81%, pensano che l'emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Il 69% degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c'è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l'equilibrio ambientale, come è convinto il 75% degli intervistati che si sono formati un'opinione. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. Lo studio è nazionale ma, secondo Coldiretti, è una fotografia valida anche della situazione in provincia. «La proliferazione senza freni dei cinghiali conclude De Rocco sta mettendo a rischio l'equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Grandi predatori e ungulati distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali». A preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina. Un pericolo denunciato recentemente dalla virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati. (A.Tr.)

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Il Gazzettino