Il mercato si spopola e i cinesi puntano gli occhi su Rialto iniziando a "rastrellare" la zona. Non è nuovo l'interesse degli imprenditori orientali sulla città che può...
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Oggi però, gli imprenditori orientali hanno cambiato strategia commerciale: acquistano la gestione degli esercizi ma non vi entrano più sostituendosi completamente ai vecchi dipendenti, preferiscono lasciare i veneziani all'interno dei locali per dare continuità alle vendite e al giro d'affari. E pian piano, senza far troppo rumore o creare una "rottura" con il passato e le vecchie abitudini dei clienti, a Rialto qualcosa sta già cambiando, ed anche velocemente. A cominciare da uno dei bar centrali e più gettonati della movida veneziana, il "Muro" in campo Bella Vienna che da pochi giorni ha aperto le trattative per la vendita e da qualche giorno, per la prima volta, ha dietro il bancone anche una barista cinese ad affiancare i soliti camerieri.
A detta di commercianti e residenti anche il bar "Tris" in Ruga Rialto sarebbe stato ceduto a nuovi titolari con gli occhi a mandorla, sempre da pochi giorni, ma dall'esercizio nessuna conferma e nessun commento. A chiudere il triangolo "giallo" nell'area di una cinquantina di metri, si parla anche di un interesse crescente per la macelleria in Ruga degli Spezieri che a fine mesi cambierà gestione, dato che lo storico "becher" va in pensione. E pare non sia finita qui.
Tasse, affitti e spopolamento preoccupano i commercianti locali che quando ricevono le generose offerte degli orientali tirano un sospiro di sollievo. Sono di pochi giorni fa i numeri "neri" delle attività a Rialto: da poco ha chiuso lo storico panificio Carlon e per fine anno è prevista la stessa sorte anche per Aliani gastronomia. Oltre al macellaio di Ruga degli Spezieri altri due "bechèri" attendono la vicina pensione per chiudere i battenti. La situazione non migliora nello storico mercato: due rivendite di pesce sono già state chiuse e quattro banchi in Pescheria sono in vendita. Lacrime anche tra i banchetti di frutta e verdura se si pensa che delle 54 licenze sono 35 quelle attive. E già ci si chiede quante di queste attività risulteranno appetibili per i cinesi innamorati della laguna. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino