Il cinema Porto Astra rischia di chiudere, il tracollo con il Covid. «Cerchiamo soluzioni»

Il cinema Porto Astra
PADOVA - Con il Covid la situazione è precipitata. Non andare al cinema, infatti, è diventata un’abitudine che ha aggravato la situazione di un comparto...

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PADOVA - Con il Covid la situazione è precipitata. Non andare al cinema, infatti, è diventata un’abitudine che ha aggravato la situazione di un comparto già in crisi, messo poi in ginocchio dagli aumenti energetici. Ne sanno qualcosa i titolari del Porto Astra di via Santa Maria Assunta, alle prese con notevoli difficoltà economiche perché il numero degli spettatori si è ormai dimezzato, tanto che rischiano di vedersi costretti a chiudere definitivamente le 8 sale, dove nel fine settimana si contano al massimo mille spettatori. Hanno lanciato un sos al Comune, ma la situazione è emersa in tutta la sua gravità l’altra sera nel corso di una riunione della Consulta della Guizza, durante la quale hanno spiegato di aver preso in considerazione, nel tentativo di far quadrare i conti, anche l’idea di realizzare una piccola volumetria commerciale-residenziale dove c’è ora il parcheggio, da mettere poi a frutto. Certo, in quanto momento è solo un’ipotesi e hanno sottolineato che non esiste nessun progetto, ma la cosa ha creato lo stesso scompiglio nel corso dell’incontro e i presenti hanno espresso senza mezzi termini preoccupazione di fronte a tale eventualità.

LA PROPRIETÀ

Franco Abriani di “Itaca”, società che detiene la proprietà e che gestisce il Porto Astra, ha evidenziato: «Da un paio di anni con l’amministrazione stiamo cercando di trovare una soluzione, che non è quella di chiederle soldi, perché sappiamo che non può darceli. Però, dato che ci tiene a preservare questo presidio culturale, stiamo vedendo cosa fare. Abbiamo avuto contatti con l’Università, pensando di affittare gli spazi per l’insegnamento come in passato, ma la cosa non è andata a buon fine ed è stata preferita la Fiera. Sono cadute pure le eventualità di un cambio di destinazione, o di un acquisto da parte del Comune. Per questo abbiamo proposto l’idea della costruzione di una volumetria, che l’altra sera ha subito trovato un clima ostile di cui mi sono stupito». Ed entrando nei dettagli, ha aggiunto: «Invece la soluzione urbanistica rappresenterebbe una rigenerazione per la zona vicina al cinema. Non c’è nulla di progettato, ma l’idea è di fare una costruzione di dimensioni ridotte, non con finalità speculative, ma per consentirci di fare un po’ di “cassa” e salvare il cinema. Il nostro problema principale sono i finanziamenti bancari pesanti ancora in corso. Siamo in una fase di studio per valutare se usare l’area per fare nuovi parcheggi e un qualcosa che possa essere utile alla rigenerazione del quartiere, oltre che a noi: potrebbe avere funzioni miste, commerciale e residenziale, con uno sviluppo qualitativo dei parcheggi attuali, da ampliare su un altro piano».

IL COMUNE

Antonio Bressa, assessore al Commercio, era presente all’incontro della Consulta. «La situazione di difficoltà del cinema - ha commentato - sta avvicinando sempre più la possibilità di una sua chiusura e quindi è importante che si apra una riflessione per verificare quali soluzioni possano essere percorribili per salvare quello che a tutti gli effetti è un polo culturale della città ed evitare che alla Guizza si crei un ambito di abbandono e degrado. Su questo siamo pronti ad ascoltare le proposte dei privati e a confrontarci a partire dal territorio con tutti i soggetti interessati per verificare le strade possibili e la loro sostenibilità».

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Il Gazzettino