Ritrovato il film con Mussolini giovane che piaceva tanto a Hollywood

Ritrovato il film con Mussolini giovane che piaceva tanto a Hollywood
PORDENONE - Erano passati pochi mesi dalla presa del potere, in seguito alla Marcia su Roma, ma già gli Stati Uniti guardavano con interesse a Benito Mussolini, con il suo...

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PORDENONE - Erano passati pochi mesi dalla presa del potere, in seguito alla Marcia su Roma, ma già gli Stati Uniti guardavano con interesse a Benito Mussolini, con il suo movimento fascista argine del pericolo comunista. Forse fu anche per questo che il produttore Samuel Goldwyn, nel 1923, volle realizzare il primo film della sua nuova società in Italia, chiamando come attori anche Benito Mussolini e il re Vittorio Emanuele II.




Considerato perduto, due rulli del film sono stati recuperati al Museum of Modern Art di New York e domani alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone saranno proiettate sullo schermo del Teatro Verdi, alle 12.30. Il soggetto prescelto era un adattamento del romanzo di Hall Caine, The Eternal City (La città eterna), che la sceneggiatrice Ouida Bergère, moglie del regista George Fitzmaurice, decise di ambientare negli anni ’20. Era l’estate del 1923 e Mussolini, che aveva allora 39 anni, appare compiaciuto e tutto compreso del ruolo che sta recitando.



Il film testimonia l’inizio del lungo amore del Duce per il cinema, di cui intuì subito la potenza propagandistica. L’interesse storico del materiale sta nel fatto che le didascalie sono decisamente filo-regime (Mussolini viene esplicitamente indicato come uomo della Provvidenza) e più ancora nel fatto che il leader del fascismo è un personaggio della storia, il deus ex machina che ne permette il lieto fine.



Nei ricordi dei componenti la troupe viene sottolineato lo spirito di collaborazione offerto dalle autorità italiane dell’epoca, che misero a disposizione mezzi e uomini per facilitare le riprese. Lionel Barrymore che nel film interpreta il malvagio comunista Bonelli, ricorda come Mussolini fosse tutto il tempo sul set e nel 1941 confidò, a proposito della sua conoscenza con Mussolini, «che non era male. Non avrebbe mai dovuto cacciarsi in quella trappola dell’Asse». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino