Cimiteri per gli islamici in Friuli Venezia Giulia, la Lega: «Non li vogliamo»

Cimiteri per gli islamici in Friuli Venezia Giulia, la Lega: «Non li vogliamo»
La lettera della proposta di emendamento parla chiaramente di «aree speciali e separate». Non mancheranno le polemiche neppure su questa dicitura. Si infiammeranno,...

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La lettera della proposta di emendamento parla chiaramente di «aree speciali e separate». Non mancheranno le polemiche neppure su questa dicitura. Si infiammeranno, invece, sulla natura stessa dell’idea. Il Pd regionale ha lanciato una proposta: creare nei cimiteri della nostra regione delle zone - delimitate e particolari - dedicate ai defunti che in vita non professavano la religione cattolica. Una richiesta avanzata dalla consigliera Chiara Da Giau. Nell’emendamento si parla genericamente di persone appartenenti ad altri culti, ma l’accenno - diretto - era riferito alla folta comunità di fede musulmana residente nella nostra regione. Apriti cielo. La proposta - rigettata ma immediatamente trasformata in un disegno di legge - ha provocato la reazione violenta della Lega e innescato un dibattito scivoloso. 


LA PROPOSTA
«Molti dei cittadini musulmani che risiedono nella nostra regione - ha spiegato Chiara Da Giau illustrando la sua proposta - sono ancora costretti a rimandare le salme dei loro cari defunti in patria. Questo, però, è un modello che vale per gli immigrati cosiddetti di prima generazione, mentre chi è sul nostro territorio da più tempo manifesta sempre più spesso il desiderio di trovare una sepoltura nel comune in cui risiede, cioè sul territorio. Ricordo un caso piuttosto recente di Fiume Veneto - ha rimarcato Da Giau -: una persona era venuta a mancare e i familiari non avevano trovato un cimitero per la sepoltura». Va ricordato come per i credenti di fede musulmana la sepoltura debba avvenire con la tomba orientata verso la città santa della Mecca. «C’è una legge - spiega ancora Da Giau - che indica nella giunta di un Comune il soggetto che può decidere di autorizzare la sepoltura al di fuori dal paese di residenza. Quello che succede spesso, però, è che questo permesso in realtà non viene quasi mai accordato dai sindaci». E di fatto gli stranieri e in ogni caso i non cristiani faticano a trovare un posto in cimitero. «Per questo - ha aggiunto la consigliera regionale del Partito democratico - il mio intervento voleva agire su una legge datata, prevedendo che in almeno un cimitero afferente al territorio di una determinata Azienda sanitaria (i confini oggi ricalcherebbero più o meno le province del Friuli Venezia Giulia) ci dovesse essere uno spazio separato e dedicato ai defunti di altri culti, in special modo a quelli di fede musulmana. Lo stesso assessore Riccardo Riccardi aveva garantito che ci avrebbe pensato. Si tratta di una richiesta banalissima». 


LA REPLICA


Una proposta banalissima, aveva concluso così la sua relazione la consigliera Chiara Da Giau. Invece com’era prevedibile è venuto fuori il pandemonio. A rispondere all’esponente di Porcia del Partito democratico è stato il consigliere leghista Antonio Calligaris. E i toni sono immediatamente diventati durissimi. «Il decreto legislativo - ha spiegato in apertura - concederebbe la facoltà di riservare gli spazi, mentre l’iniziativa del Pd puntava ad istituire un obbligo». Poi l’attacco più duro: «Il problema - ha aggiunto Calligaris - è che sono gli stessi musulmani a non voler essere sepolti al fianco dei cristiani, cioè di coloro che fondamentalmente gli pagano l’accesso alle case popolari dell’Ater. Per quanto riguarda l’integrazione a mio parere abbiamo fatto abbastanza». Anche l’aldilà è riuscito a diventare un caso a rischio discriminazione.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino