Cigno reale gravemente ferito da una scarica di pallini sul delta del Po

Gabriella Gibin con il cigno reale che ha soccorso lungo un canale nel profondo Delta a Scardovari
ROVIGO - Nel Delta continuano le violenze contro gli animali. Dopo l’avvelenamento della coppia di Pastori svizzeri della scorsa settimana, qualcuno ha sparato a un cigno...

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ROVIGO - Nel Delta continuano le violenze contro gli animali. Dopo l’avvelenamento della coppia di Pastori svizzeri della scorsa settimana, qualcuno ha sparato a un cigno reale. A raccontare il recupero e la messa in sicurezza dell’animale è Gabriella Gibin, presidente della Commissione tutela diritti animali della Provincia di Rovigo: «Venerdì sono stata contattata dai ragazzi del Consorzio di Bonifica di Taglio di Po che mi segnalavano un cigno reale all’interno di una canaletta di scolo nei pressi della Sacca di Scardovari a Porto Tolle. Dopo averlo recuperato l’ho quindi consegnato alle cure, sempre tempestive, del Centro recupero animali selvatici di Polesella, che ringrazio».


LE RADIOGRAFIE
È bastato attendere l’esito degli esami perché arrivasse la triste sentenza: «Le radiografie hanno confermato il dubbio che, fin da subito, ho avuto: gli hanno sparato. Ha dei pallini nel costato e nell’ala che gli hanno causato una frattura con conseguente infezione. Nello stomaco erano presenti una grande quantità di pallini di piombo che aveva ingerito. Sono state eseguite le analisi necessarie, la medicazione e la sutura della ferita. La prognosi al momento rimane comunque riservata».

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Bisognerà attendere i prossimi giorni per sapere se il cigno tornerà completamente in salute, il fatto increscioso però rimane che qualcuno abbia sparato ad un animale tanto bello che ora rischia la vita. «Partiranno le denunce del caso in questi giorni considerato pure che l’area in cui l’ho recuperato dovrebbe pure essere una zona protetta» evidenzia Gibin, ricordando come il recupero sia avvenuto proprio nel Parco del Delta del Po. «In un solo anno fucili sparano sul territorio nazionale milioni di cartucce - la presidente torna poi sul tema del piombo sparato dai cacciatori -. Vengono così disperse nell’ambiente tonnellate di piombo sotto forma di pallini, un diluvio di frammenti velenosi che si accumulano nei prati e nei boschi, sul fondo dei laghi, fiumi e stagni. Il piombo contenuto nelle cartucce inquina il terreno per lungo tempo, con conseguenze anche molto gravi per l’uomo, gli animali e l’ambiente». Non è solo una questione di violenza, diventa anche una questione di inquinamento: «Numerose specie di uccelli sono esposte al rischio di avvelenamento da piombo. Questi pallini, una volta, ingeriti provocano avvelenamenti molto gravi che nella maggior parte dei casi portano alla morte dell’animale. La sua azione dannosa è strettamente legata all’assunzione e alla successione nella catena alimentare. Le prime vittime sono gli uccelli d’acqua e di terra che mangiano i pallini che trovano sul terreno scambiandoli per cibo. Le seconde sono i rapaci che nutrendosi di una preda avvelenata si avvelenano a loro volta».

 

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Il Gazzettino