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PORTO TOLLE (ROVIGO) - Sono partiti primi cantieri che dovranno portare entro il 2026 la realizzazione della ciclovia VenTo, meglio nota anche come ciclovia del Po. La data di scadenza è tassativa dato che i finanziamenti arrivano dal Pnrr. I primi lavori hanno preso il via dalla Lombardia e progressivamente dovrebbero partire in tutti i territori coinvolti, compreso il Delta. I 705 chilometri della ciclovia collegheranno Venezia a Torino attraversando ben 4 regioni, oltre a Veneto e Piemonte, l’Emilia Romagna e la Lombardia dato i percorsi saranno pure collegati a Milano lungo il Naviglio Pavese. Il tragitto attraverserà pure Piacenza e Cremona, per arrivare poi in provincia di Ferrara dove da Mesola ci si sposterà in Polesine entrando a Porto Tolle dove attraverso la Sacca degli Scardovari si raggiungerà con il Po il mare.
Un opera che nelle intenzioni dovrebbe dare la spinta definitiva a quello che è noto come turismo lento che dovrebbe così far arrivare nel Delta molti appassionati che seguendo il Grande Fiume potranno scoprire l’ambiente in maniera diversa.
IL PROGETTO
Il progetto è nato nel 2010 al Politecnico di Milano su iniziativa di un gruppo di ricerca multidisciplinare di cui facevano parte architetti, ingegneri ed urbanisti che nel tentativo di rispondere al difficile quesito di come tenere in vita i piccoli comuni lontani dai grandi centri, soggetti a spopolamento e calo demografico, hanno alzato lo sguardo al nord Europa e si sono ispirati vedendo come le grandi ciclabili lungo i fiumi in Germania, Olanda, Francia e Austria fossero il motore di una sana occupazione.
INTERMODALITÀ
Accanto a sostenibilità l’altra parola d’ordine dell’iniziativa è intermodalità dato la ciclovia dovrebbe essere collegata a stazioni ferroviarie e porti sul Po cosicché i turisti possano agilmente passare dalla bici al treno o a delle imbarcazioni che fanno servizio sul fiume. Infine, per quanto riguarda la realizzazione il 68 per cento della ciclovia sarà realizzata da Aipo, che è il responsabile prevalente, mentre la parte rimanente dovrebbe essere curata dalle Regioni e i Comuni interessati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino