Ciclista morta, indagine dei tedeschi i genitori interrogati a Ingolstadt

Ciclista morta, indagine dei tedeschi i genitori interrogati a Ingolstadt
S. MARIA DI SALA - «Il tempo non passa più. Ci manca, da morire». Così il padre di Chiara Pierobon, dall'albergo di Ingolstadt in Germania dove si trova in queste ore con...

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S. MARIA DI SALA - «Il tempo non passa più. Ci manca, da morire». Così il padre di Chiara Pierobon, dall'albergo di Ingolstadt in Germania dove si trova in queste ore con la moglie Federica nell'estenuante attesa di riportare a casa la loro figlia. Chiara, la ciclista salese di 22 anni, aveva appena ottenuto le convocazioni per la Nazionale italiana femminile under 23 quando il pomeriggio del 1. agosto in seguito forse a un'embolia polmonare è morta.




Sarà l'autopsia comunque, prevista per oggi alle 13.40 che farà luce sulle cause del decesso. I genitori di Chiara, ieri mattina, sono stati sottoposti a una lunga serie di domande da parte della polizia tedesca per capire da quanto corresse Chiara, se avesse mai avuto problemi, se in famiglia ci siano malformazioni genetiche, quali allergie avesse, quali farmaci prendesse, se avesse mai accusato qualche malore. Ma i genitori brancolano nel buio e il padre dice: «tutto questo è inspiegabile».



Il padre e la madre sono riusciti anche a vedere il corpo della loro figlia due volte ma il dolore è troppo grande, «talmente grande - dice il padre Gianni - da non rendersi conto». Chiara probabilmente farà ritorno in Italia seguita dall'auto dove viaggiano i suoi nella serata di domani o giovedì e i funerali si terranno nella chiesa di San Giacomo di Caselle dé Ruffi. La data non è ancora resa ufficiale, si parla di sabato (8 agosto) alle 10.30 con la proclamazione del lutto cittadino.



Per la cerimonia il padre ha chiesto che venga allestita, prima della celebrazione, una sorta di camera ardente all'aperto con la bara chiusa di Chiara che sarà vestita con il completo della Nazionale. «Quello che le amiche - dice il papà Gianni - indosseranno quel giorno a Tartu, lei lo indosserà per l'ultimo viaggio. Voglio che il funerale non sia un funerale ma una festa». Una festa a cui parteciperanno anche tutte le colleghe di Chiara, quelle della Fassa Bortolo di Spresiano (Tv) con cui l'atleta correva. Durante la cerimonia inoltre sopra un tavolo ci saranno tutte le maglie che Chiara ha indossato durante la sua carriera ciclistica, una per squadra.



Inoltre il papà ha chiesto, d'accordo con il parroco don Lucio Monetti che vengano proiettate durante la messa tutte le immagini più belle dell'atleta, dalla prima corsa, alla prima vittoria, dal primo tombolone, al primo ginocchio sbucciato, al primo abbraccio dopo la gara. L'ultima, domenica scorsa a Crocetta del Montello. «Ora - conclude il padre - aveva ottenuto quello che voleva, la maglia azzurra. Un sogno realizzato ma non vissuto. Una maglia che metterò lì, sopra la sua bara per accompagnarla durante il suo ultimo viaggio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino