Schedati: nome, cognome, data di nascita, residenza, foto in primo piano, perfino il link delle rispettive pagine Facebook. E accusati: il reato loro contestato è di aver...
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Il sito raccoglie i nomi dei nemici di Kiev e nell'elenco adesso si sono aggiunti i due veneti, colpevoli, appunto, di essere andati in Crimea a capo di una delegazione di cui facevano parte anche altri politici. Curiosamente, però, nella lista di proscrizione ucraina non sono finiti né il consigliere veneto Luciano Sandonà che pure faceva parte del gruppo né gli altri consiglieri regionali dell'Emilia Romagna, della Liguria, della Lombardia, ai quali peraltro era arrivata la diffida del console di Ucraina e pure il monito del ministero degli Esteri italiano che aveva vivamente sconsigliato il viaggio. Gli otto politici - tutti di area leghista - guidati da Valdegamberi e Ciambetti, più altri dieci tra imprenditori e rappresentanti degli enti camerali, se n'erano infischiati dei moniti, raggiungendo via Mosca prima Sinferopoli e poi Sebastopoli e Yalta. Un viaggio che in Crimea ha avuto ampia risonanza, tanto da essere la prima notizia dei principali tg. E pure in Ucraina la missione non è passata inosservata, visto che il sito Mirotvorez ha aggiornato la lista dei cattivi, aggiungendo Ciambetti e Valdegamberi.
Non è ovviamente una minaccia di morte, ma più di qualcuno ha ricordato che il giornalista e dissidente ucraino Oles Buzina e il deputato dell'opposizione ucraina Oleg Kalashnikov vennero barbaramente uccisi neanche 48 ore dopo essere stati inseriti in quella lista, bollati come criminali.
Ciambetti e Valdegamberi ieri hanno informato la Digos di Venezia e le forze dell'ordine dei rispettivi paesi di residenza, essendo uno vicentino e l'altro veronese. Valdegamberi, che ha immediatamente avvisato i colleghi consiglieri delle altre regioni che hanno partecipato alla missione in Crimea, ha annunciato anche una forte iniziativa politica: «Mi rivolgo al ministero degli Esteri, va fatta chiarezza su chi c'è dietro a questo sito ucraino e soprattutto il console e l'ambasciatore ucraino devono attivarsi per far togliere i nostri nomi da quell'elenco. Se questo non avverrà, chiederò l'espulsione del console e dell'ambasciatore d'Ucraina dall'Italia. E non pensino che staremo fermi: o il nostro Governo interviene, oppure saremo in migliaia di tutte le regioni a protestare». Ciambetti si dice stupito della reazione degli ucraini: «Come ho ribadito quando siamo andati in Crimea, noi non siamo contro nessuno, vogliamo solo costruire ponti di dialogo e collaborazione. Ma se così stanno le cose, nutro seri dubbi sul fatto che una nazione che consente queste azioni possa definirsi europea, mi paiono più atteggiamenti da terzo mondo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino