VILLORBA (TREVISO) - Potrebbe essere bastata una contaminazione ad opera anche solo di una minima quantità di prodotto latticino o derivato dal latte, per causare la...
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L'esito del post mortem, per la cui effettuazione la Procura affiderà l'incarico ad un medico patologo probabilmente già della giornata odierna, dovrà confermare quelli che, stando alla sintomatologia che ha colpito la giovanissima, sembrano molto più che sospetti: labbra e lingua gonfiatesi molto rapidamente e difficoltà a deglutire, tanto che non riusciva, come raccontano i genitori, a mandare giù le compresse che le venivano usualmente somministrate quando era vittima di attacchi allergici. Anna Maria non si è ripresa neppure dopo due iniezioni di adrenalina.
«Sono profondamente scosso -ha detto con la voce rotta dall'emozione il titolare del locale- conosco da anni quella ragazza e i suoi genitori. E' una tragedia immensa». «Di fronte ai tanti che parlano -puntualizza- dico che questo dramma merita solo un rispettoso silenzio. E' davvero una cosa terribile che ci lascia tutti sgomenti».
LA DINAMICA
E poi aggiunge un dettaglio sulla dinamica di quello che è accaduto venerdì sera: «Nel mio locale non si è sentito male nessuno, hanno pagato e se ne sono andati, sembrava fosse tutto a posto». L'attacco allergico in realtà si sarebbe scatenato, almeno stando al racconto dei genitori, proprio alla fine della cena. Anna Maria ha iniziato a sentirsi male ed è scattata la corsa a casa dopo una telefonata alla mamma Lina. Una volta arrivata i genitori hanno cercato subito di intervenire provando a somministrarle dei farmaci anti choc; poi le sono state praticate due iniezioni di adrenalina. Ma la situazione invece di migliorare è precipitata velocemente. «A un certo punto -racconta papà Mauro, titolare della Futurarea- il cuore di mia figlia si è fermato e abbiamo iniziato a praticarle il massaggio cardiaco». Sono istanti convulsi e di terrore, ma la speranza non ha mai abbandonato la madre e il padre. «Era già successo altre volte -racconta l'uomo- abbiamo pensato che se la sarebbe cavata ancora, non volevamo arrenderci a quello che stava succedendo. Abbiamo sperato e pregato».
IL PRECEDENTE
Solo qualche mese fa, durante una vacanza, la 12enne era rimasta vittima di un altro attacco. In quel caso era stato necessario intervenire anche con la ventilazione assistita. Per la famiglia, a cui i medici avevano detto in passato che la condizione della figlia sarebbe potuta migliorare con la crescita, era suonato un campanello d'allarme. Purtroppo non c'è stato il tempo di approfondire la sua situazione clinica. Venerdì quella che doveva essere una serata spensierata in compagnia è risultata fatale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino