Blocchi al Brennero e sul Monte Bianco, il Friuli soffocato dai camion: le strade non reggono

Una coda
 Anticipato mesi fa su queste pagine, adesso il problema è esploso. E preoccupa soprattutto la mancanza di soluzioni nel breve periodo. Sì, perché da un...

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 Anticipato mesi fa su queste pagine, adesso il problema è esploso. E preoccupa soprattutto la mancanza di soluzioni nel breve periodo. Sì, perché da un lato la terza corsia non è ancora stata completata su tutta la A4 Venezia-Trieste e dall’altro l’autostrada Alpe Adria che porta in Austria non è ampliabile. E inoltre è vittima di continui lavori che si rendono necessari nelle gallerie che la caratterizzano, con chiusure a singhiozzo che possono paralizzare il traffico. Il traffico autostradale in Friuli Venezia Giulia sta peggiorando e il motivo è da ricercare in due situazioni che stanno fortemente penalizzando il traffico delle merci dall’estero verso l’Italia: gli stop al traforo del Monte Bianco tra il nostro Paese e la Francia e i controlli severi che fanno litigare il governo Meloni e l’Austria al Brennero. Il risultato? La maggior parte dei camion oggi sceglie il valico di Tarvisio per entrare in Italia, con conseguenze che si riverberano anche sulla viabilità ordinaria della nostra regione, provincia di Pordenone inclusa. 


L’APPELLO


Del tema se n’è occupata ieri la Fondazione Think Tank Nordest, con un focus dedicato alla situazione del Friuli Venezia Giulia. «Non si può continuare ad ignorare la situazione della A4 Venezia-Trieste - lamenta Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est - dove il traffico legato ai flussi import-export e all’economia turistica continua a crescere senza eguali o quasi nel Nord Italia, anche per l’aumento dei transiti a Tarvisio dovuto alle limitazioni imposte dall’Austria al Brennero. Ci preoccupa l’apertura dei cantieri nel tratto a due corsie tra San Donà di Piave e Portogruaro - aggiunge Ferrarelli – perché si potrebbero creare situazioni di pericolo e frequenti code: serve quindi uno stanziamento extra di risorse dal Governo, al fine di accelerare la conclusione dei lavori e fronteggiare l’aumento dei costi». 


IL QUADRO


I dati finora disponibili per il 2023, relativi al primo semestre, evidenziano ulteriori aumenti del traffico rispetto all’anno scorso e al 2019. Nel Nordest la crescita è generale, ma la performance migliore è della rete di Autostrade Alto Adriatico: +6,5% rispetto al 2022 e +4,6% sul 2019. La situazione rimane quindi molto complicata sulla Venezia-Trieste, anche a causa delle difficoltà di transito ai valichi alpini: alle limitazioni dei passaggi al Brennero, si è infatti aggiunta la chiusura per lavori di manutenzione del traforo del Monte Bianco. 


Tra gli assi principali, oltre alla Bologna-Firenze (+1,1%), solamente l’autostrada Venezia-Trieste ha recuperato il traffico pre-pandemia (+0,5%). In realtà, quest’ultimo dato si riferisce a tutta la rete della nuova concessionaria Autostrade Alto Adriatico e include quindi A28 Portogruaro-Conegliano, A23 Palmanova-Udine, A34 Villesse-Gorizia e parte della Tangenziale di Mestre. Positivo anche il dato delle percorrenze lungo la Udine-Tarvisio (+4% tra 2019 e 2022), a confermare l’aumento delle relazioni (e dei flussi turistici) lungo il confine nordest del Paese e quindi l’urgenza di potenziamento della Venezia-Trieste. Per quanto riguarda i soli mezzi pesanti, i dati mostrano trend in crescita quasi ovunque, con una ripresa diffusa dei livelli di traffico pre-covid. Anche in questo caso sono gli «assi minori» a mostrare le performance migliori ed infatti gli incrementi più significativi delle percorrenze riguardano BreBeMi (+20,3%), Valdastico (+15,6%), Tangenziale esterna Milano (+12,4%), Pedemontana Lombarda (+10,7%) e Udine-Tarvisio (+9,9%). Si può ipotizzare che l’aumento del traffico sulla A23 derivi, almeno in parte, dalle limitazioni imposte dall’Austria ai transiti attraverso il Brennero. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino