Rocca e chiusura "sette chiese", sindaca Bedin nella bufera: «Dà sempre la colpa agli altri»

Chiuse le "sette chiese", stop al traffico anche pedonale sulla salita al santuario. Sindaca Bedin nel mirino
MONSELICE - Chiusura delle sette chiese: insorge la minoranza. All'indomani dell'ordinanza della sindaca Giorgia Bedin, che ha interdetto al traffico pedonale e veicolare...

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MONSELICE - Chiusura delle sette chiese: insorge la minoranza. All'indomani dell'ordinanza della sindaca Giorgia Bedin, che ha interdetto al traffico pedonale e veicolare la salita al santuario, l'opposizione consiliare lamenta l'inerzia della giunta e l'incuria in cui il sito versa da anni. La decisione è stata assunta non appena sono arrivati in municipio gli esiti del sopralluogo del 4 maggio, quando i tecnici di Regione e Comune avevano riscontrato situazioni di seria instabilità sulle mura che costeggiano i capitelli.

L'ATTACCO
Va dritto alla questione l'ex assessore alla cultura Gianni Mamprin, che non ha digerito l'attacco della sindaca all'inerzia delle precedenti amministrazioni: «La sindaca deve smetterla di dare agli altri la colpa delle proprie incapacità. L'anno scorso, quando è nato il Tavolo partecipato per la Rocca, la minoranza ha spiegato chiaramente quali erano le azioni da intraprendere per salvaguardare le sette chiese. Abbiamo un percorso giubilare unico al mondo e non possiamo permetterci di lasciarlo andare in degrado». Per Mamprin, l'amministrazione deve assumersi le proprie responsabilità: «Tra tutte le promesse vane, la sindaca aveva garantito che a settembre 2019 la cava della Rocca avrebbe riaperto e oggi siamo in alto mare. Questo atteggiamento lassista lo vediamo anche con altre emergenze che riguardano le mura di parco Buzzaccarini e il mulino del Bagnarolo».

Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere Francesco Miazzi (Ambiente e Società), che commenta sarcastico: «Appena venti giorni fa, Giorgia Bedin affermava che le nostre denunce sul degrado e il pericolo crolli rappresentavano pura propaganda della sinistra e che, in questo modo, si danneggiava l'immagine turistica della città». L'esponente ecologista punta il dito contro la Regione: «Le responsabilità dell'incuria e dell'indifferenza di questi anni sono in capo a lei, ma lo sono altrettanto di quest'amministrazione, che per tre anni si è mossa coprendo la Regione». Miazzi ripercorre il lento declino della Rocca, partito con le frane e i primi crolli dello scorso decennio: «Si trascina senza esito dal 2018 anche la vicenda della scala d'accesso al Mastio, senza contare l'inutilizzo di villa Duodo e di casa Bernardini. Dispiace notare pure il degrado degli scaloni, l'impraticabilità dei sentieri a est e a nord, l'ostello chiuso e i cedimenti a casa Cattin».

I PRECEDENTI


Rincara la dose il consigliere del Pd, Rino Biscaro: «La minoranza aveva presentato interrogazioni in consiglio per denunciare la gravità del danno alle mura delle sette chiese, edificate quando c'erano già i cipressi secolari che ora destano allarme». Conclude l'ex consigliere regionale Santino Bozza, che nel 2014 aveva presentato un'interpellanza a palazzo Ferro Fini chiedendo lo stanziamento urgente di 5 milioni per il colle della Rocca. «Mentre i nostri tesori monumentali si sgretolano - incalza Bozza - Monselice è diventata fanalino di coda quanto a qualità della vita». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino