Chisso: «I soldi del Mose? Chiedeteli alla segretaria di Galan»

Renato Chisso
È indebitato per 5 milioni e mezzo di euro. «Come mi sento? Bè, non li ho: E in ogni caso non lo considero un debito visto che soldi non ne ho presi e dunque...

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È indebitato per 5 milioni e mezzo di euro. «Come mi sento? Bè, non li ho: E in ogni caso non lo considero un debito visto che soldi non ne ho presi e dunque non devo restituirli. Dove sono finiti? Un paio di idee le ho». Renato Chisso, ex assessore regionale alle Infrastrutture per 14 anni, fino al 4 giugno 2014 quando fu arrestato nell'ambito dell'inchiesta della Procura veneziana sul Mose, è stato condannato dalla Corte dei conti a restituire alla Regione Veneto 4 milioni 820 mila euro per danno d'immagine e 556 mila euro per danno da disservizio, per un totale di 5 milioni e mezzo di euro. «Danno d'immagine? Con tutto quello che abbiamo fatto, semmai l'immagine della Regione l'abbiamo costruita. Ai tempi di Galan e Chisso le cose si realizzavano e non si perdeva tempo a fare proclami continui senza mai realizzare nulla. Abbiamo fatto il Passante e dato il via alla Pedemontana e alla metropolitana di superficie. Abbiamo realizzato non so quante circonvallazioni e sottopassi, rotatorie e nuove strade in tutto il Veneto. Nel 2014 l'80 per cento degli incroci era stato messo in sicurezza, ma dieci anni prima si era solo al 20 per cento. Solo sulle strade abbiamo investito 1 miliardo e mezzo di euro. E saremmo stati noi a creare un danno d'immagine alla Regione? Se il Veneto ha la buon fama che ha è di sicuro merito nostro, mio e di Galan».


Si potrebbe dire che realizzavate tanto per incassare tante tangenti.
«Ecco, il punto è proprio questo. In 14 anni il sottoscritto con il suo assessorato ha gestito 17 miliardi e 190 milioni di euro, Mose escluso. E solo sul Mose è saltata fuori la tangente. Ma guarda un po'. La tangente salta fuori sull'unica opera che non ci riguardava, sulla quale avevamo competenze zero. Invece sulle moltissime opere che erano in carico totale al mio assessorato e sulle quali avevo la massima discrezionalità, lì mazzette non ne sono saltate fuori. Eppure abbiamo lavorato con centinaia, anzi migliaia di ditte diverse. Bè, guarda un po' non abbiamo preso un cent per il Passante, che è costato 1 miliardo e 300 milioni e nemmeno un cent sui 300 milioni che abbiamo speso per le rotatorie o sui 50 milioni investiti sulla navigazione o sui 4 miliardi che abbiamo speso per i trasporti pubblici. Possibile che abbiamo comprato autobus e vaporetti, treni e chissà quante centinaia di migliaia di cartelli e quante tonnellate di asfalto e non è mai saltato fuori niente? E sul Mose, che vale 6 miliardi, cioè meno di metà, abbiamo incassato tangenti a non finire. Vorrà dire che Mazzacurati era Babbo Natale perchè ci pagava per non fare niente mentre gli altri non ci pagavano nonostante facessimo. Curioso, no?».

Bè, per quanto riguarda il Mose, la Commissione di salvaguardia e la Commissione Via erano nelle vostre mani, dicono i magistrati «In Commissione di salvaguardia ci sono 25 persone e in  Via altre 9. Sarei veramente un mago a riuscire ad influenzare tanta gente». Ma i soldi almeno per le campagne elettorali sono stati ammessi dallo stesso Galan.
«E io non nego che Piergiorgio Baita, ad esempio, abbia dato soldi al partito. Non a me, ma al partito. Era prassi. Io dico semplicemente che personalmente non li ho presi».

Ma quando Claudia Minutillo in una intercettazione dice: Dai Renato, vieni qua, muovi il culo. Non è giusto parlare di sottomissione?
«No, è giusto parlare di rapporti di amicizia. E poi la Minutillo aveva una posa da manager tutta d'un pezzo, ma sotto sotto era fragilissima».
Fragile, ma furba se è vero che i soldi se li è tenuti lei. Ha fatto 72 ore di carcere, si è tenuta 4-5 milioni di euro e ha patteggiato qualche mese.
«Non è colpa mia. Non sono io che faccio le indagini. Io dico che i soldi non li ho presi e insisto su un punto: do pubblicamente e ufficialmente ai magistrati il permesso di indagare in qualsiasi paese estero. Sono pronto a firmare tutte le autorizzazioni, anche per indagare a Dubai, tanto per dirne una, dove io di sicuro non ho alcuna proprietà. Possono dire lo stesso anche gli altri miei coimputati?». Sta parlando di Claudia Minutillo?
«Non parlo di nessuno. Parlo per me e dico che non ho un tesoro da parte e nemmeno un tesoretto o dei risparmi».
Come si sente, adesso... ?

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Il Gazzettino