Dottoressa in preda all'alcool prende a ceffoni collega che la vuol ricoverare: a giudizio

L'intervento dell'ambulanza ha scatenato una reazione violenta della dottoressa contro la collega che la voleva ricoverare
PADOVA  L'aggressione di un medico donna ai danni della collega della guardia medica è finita in un'aula di tribunale. La presunta dottoressa violenta,...

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PADOVA  L'aggressione di un medico donna ai danni della collega della guardia medica è finita in un'aula di tribunale. La presunta dottoressa violenta, Marisa Gambato di 53 anni, non ha accettato il decreto penale di condanna di 4 mesi commutato in una multa da 9 mila euro e vuole dimostrare la sua innocenza a processo. Dovrà comparire davanti al giudice il prossimo 10 marzo, per rispondere dei reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

IL FATTO Mercoledì 10 luglio del 2019, alle 22, è arriva una chiamata al servizio di Continuità assistenziale di Padova. Dall'altra parte della cornetta ci sarebbe stata la sorella del medico chirurgo in forza nel reparto di Ortopedia dell'Azienda ospedaliera. La parente con un timbro di voce piuttosto preoccupato ha chiesto un intervento immediato in un appartamento di Albignasego. Motivo, Gambato dalle prime ore del pomeriggio era a casa di una amica, secondo l'accusa, in preda a un forte stato di agitazione psicomotoria. Nell'abitazione, poco dopo, sono arrivati due medici donna per effettuare un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). L'ortopedica ha intuito l'intenzione delle due colleghe. Prima si sarebbe scagliata sulla sorella e il cognato arrivati in suo soccorso, e poi ha telefonato al suo primario per chiedere aiuto. Nel frattempo una dottoressa ha avvisato la polizia di quanto stava accadendo, mentre l'altra si è posizionata davanti a una finestra aperta: temeva un gesto estremo da parte della collega in forte stato di alterazione. Ed è a questo punto che la situazione è degenerata: la 53enne avrebbe preso di mira una delle due colleghe, A.M. di 46 anni, e la avrebbe colpita con un paio di schiaffi. Quindi, quando si è accorta dell'arrivo di un'ambulanza, avrebbe inforcato la bicicletta per scappare. Una fuga la sua durata pochi istanti, perchè appena si è ricordata di avere lasciato il telefono cellulare nell'abitazione dell'amica è tornata a riprenderlo. E qui ha trovato un paio di pattuglie della polizia: gli agenti così l'hanno identificata, mentre la collega presunta pestata è stata costretta a sottoporsi alle cure dei medici del pronto soccorso ed è stata giudicata guaribile in sette giorni.

 

 



 

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Il Gazzettino