Il chiosco è abusivo e va abbattuto, ma appare il cartello "affittasi"

Il chiosco è abusivo e va abbattuto, ma appare il cartello "affittasi"
VENEZIA - C'era una volta un chiosco da abbattere: ora non solo è vivo e vegeto, ma i proprietari vi hanno affisso i cartellini con scritto affittasi. Nel 2009 la...

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VENEZIA - C'era una volta un chiosco da abbattere: ora non solo è vivo e vegeto, ma i proprietari vi hanno affisso i cartellini con scritto affittasi. Nel 2009 la Soprintendenza aveva emesso un'ordinanza per la rimozione di due chioschi in legno, l'uno in campo Nazario Sauro, l'altro alle Fondamente Nove. Entrambi erano rivendite di fiori. Il primo apparteneva al fiorista già presente con negozio in campo, il quale non ha avuto alcun problema a rimuovere il manufatto, diventato più un impiccio che un sostegno. Per il secondo, a Fondamente Nove, i due gestori, la giovane coppia veneziana Samuele e Deborah, hanno combattuto, fino a chiedere una sanatoria che il Comune ha  rifiutato. L'Amministrazione comunale, infatti, ha recepito e fatta propria l'ordinanza della Soprintendenza, emanando l'ordine di sgombero 09/336779 del 10 agosto 2009 e numero 373055 del 6 settembre 2011.

I due giovani, che erano in affitto, sotto le intimazioni consegnate loro dalla polizia giudiziaria hanno alzato le braccia e se ne sono andati, trovando una locazione vicina e proseguendo la vendita dei fiori, ma accollandosi parecchie spese per il restauro e l'avvio dell'attività nella nuova sede.


Ma ecco la sorpresa: pochi giorni fa, malgrado il persistere dell'ordine di sgombero, all'esterno del chiosco sono apparsi cartellini rossi e verdi con scritto affittasi attività commerciale di fiori e generi annessi. Ma c'è di più, raccontato dallo stesso Samuele: «In novembre lo stesso proprietario, grazie all'azienda Aste 33 ha messo all'asta la concessione dell'occupazione del suolo pubblico e la cessione di ramo d'azienda rilasciata dal Comune di Venezia per l'esercizio di commercio al minuto su aree pubbliche di prodotti del settore merceologico non alimentare e precisamente fiori, piante, e generi annessi, con posteggio fisso in Fondamente Nove, di fronte all'imbarcadero Actv. La base d'asta era di 4mila euro. Robe da matti: all'asta la concessione del suolo pubblico e la licenza del Comune, con un'ordinanza di rimozione in atto. Sembra che gli unici a perderci siamo stati noi, perché abbiamo agito secondo leggi e normative, rinunciando a lavorare nel chiosco». Il manufatto scrolla le assi e se la ride: è lì dai tempi della guerra e nessuno è riuscito ancora a mandarlo via. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino