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VENEZIA - Granchi blu sul banco pescheria di un supermercato veneto. Non sarebbe più una notizia, vista la mobilitazione per la commercializzazione del crostaceo che distrugge la molluschicoltura dell’Alto Adriatico, se non fosse per il cartellino di provenienza: Grecia. Un fatto che «grida vendetta», tuona Coldiretti. «È un’offesa ai cittadini che hanno risposto all’appello degli operatori di settore e dei rappresentanti istituzionali cercando di consumarlo a tavola sia nei ristoranti che a casa», attacca il direttore Marina Montedoro, mostrando pure l’immagine dell’avvistamento, con il prezzo di 4,90 euro al chilo.
LA SPECULAZIONE
Pare di capire che sia cominciata la speculazione su un prodotto immesso in grandi quantità sul mercato ittico. Il tema è particolarmente sentito fra mare e laguna, dove la coltivazione di vongole e cozze costituisce il 40% della produzione italiana, ma per l’80% è stata divorata dal predatore. «Il Veneto – ricorda Coldiretti – è la terza regione in Italia per fatturato e valore aggiunto generati dal comparto della pesca e acquacoltura. Questi primati, continuamente minacciati dalla concorrenza estera, sono ora minacciati anche dall’importazione del granchio blu che rivela l’ennesima distorsione di filiera a fronte, peraltro di una disponibilità giornaliera di 3 quintali di prodotto al mercato ittico di Chioggia, nonostante il prezzo molto competitivo che si attesta attorno a neanche 2 euro, che dovrebbe favorire l’acquisto da parte della Grande distribuzione organizzata».
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Il Gazzettino