OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
CHIOGGIA - Quando, dieci anni fa, una raccolta di firme, sottoscritta da un centinaio di residenti di via Alga, aveva posto all'allora sindaco Giuseppe Casson il problema degli inquilini sgraditi nel palazzo comunale al civico 16, sembrava che la questione dovesse essere risolta in poco tempo. Troppo impellente era la richiesta di consentire la civile convivenza in quella zona, dove la concentrazione di persone marginali aveva assunto una dimensione eccessiva. Troppo importante era dimostrare che l'aiuto alle persone problematiche doveva essere coniugato con il rispetto della legalità e delle regole civili. Un esperimento sociale che, purtroppo, non ha dato gli esiti sperati.
RACCOLTA DI FIRME
Invece la cosa non ebbe seguito, né allora, né dopo: il palazzo, concepito come un ghetto, in cui trovano alloggio individui che hanno oggettivi problemi di sopravvivenza ma che nessuno vorrebbe come vicini di casa, è ancora ostaggio del comportamento di costoro e dei rischi che vi si accompagnano. Uno di questi è Andrè Morana, protagonista da quanto riportato da una inquilina, dell'episodio per il quale Paolo Marangon è in fin di vita: nel 2012, aveva solo 16 anni ma, pochi anni dopo, le sue gesta, piccoli furti e scontri fisici, con qualche connessione con il mondo della droga, sarebbero salite agli onori della cronaca in varie occasioni.
I PRECEDENTI
Nel 2016 venne ripreso dalle telecamere di una pizzeria, all'interno della quale si era introdotto nottetempo.
VITE AI MARGINI
Nello stesso condominio di via Alga abita anche Andrea Penzo, detto lo Smilzo per via della corporatura esile che gli avrebbe permesso, in diverse occasioni, di entrare e uscire da anguste finestre o aperture per tentare o compiere piccoli furti. Tra i suoi obiettivi anche le cassette delle offerte in qualche chiesa. Penzo, però, in qualche occasione, ha subito la ritorsione delle sue vittime (o che si ritenevano tali) a suon di botte. Nel 2019, sempre in quel palazzo, un inquilino 74enne, esasperato da dissidi di vicinato, aveva cercato di dar fuoco all'appartamento sopra il suo senza, per fortuna, riuscirci.
CONVIVENZA DIFFICILE
E questi sono solo alcuni degli episodi che si potrebbero raccontare circa la vita in quel condominio in cui, d'altra parte, abitano molte persone normali che nessun guaio hanno mai avuto con la legge perché si sono sempre comportate bene. Il pericolo potenziale, derivante dalla concentrazione di diversi soggetti borderline, in realtà, è ben presente alle istituzioni ma, probabilmente, è stato sottovalutato, nonostante i molti precedenti.
Il Gazzettino