A rischio i carretti dei gelati in spiaggia per la prossima estate

Un carretto che vende gelati
CHIOGGIA - Un’estate senza carrettini dei gelati in spiaggia? Voci sono girate nel mondo politico, ma si tratterebbe di una lettura eccessivamente “puntigliosa”...

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CHIOGGIA - Un’estate senza carrettini dei gelati in spiaggia? Voci sono girate nel mondo politico, ma si tratterebbe di una lettura eccessivamente “puntigliosa” delle regole, anche se alcune “differenze” tra le ordinanze del Comune e della Capitaneria fanno intendere la necessità di una armonizzazione normativa.

I primi a sollevare il problema degli ambulanti regolari (in sostanza i gelatai) sono stati gli esponenti di Obbiettivo Chioggia. Il regolamento “Disciplina delle attività balneari”, infatti, all’articolo 30, prevede «il commercio itinerante non può essere effettuato in Fascia A (battigia), dove non è possibile nessuna installazione, (sdraio o ombrelloni) e che dev’essere lasciata assolutamente libera per il transito di persone e mezzi di soccorso. Invece l’ordinanza balneare comunale del 14 maggio, all’articolo 4, dice «l’attività ambulante potrà essere effettuata esclusivamente nei tratti di spiaggia libera con esclusione della fascia di 5/10 metri dalla battigia». «In questo modo – sostiene Obbiettivo Chioggia – gli ambulanti sarebbero costretti nelle uniche due spiagge libere oggi presenti nel litorale», per cui il gruppo chiedeva una correzione delle norme.


I PUNTI DI VISTA



Sulla questione era intervenuto anche il consigliere forzista Beniamino Boscolo «per permettere nella fascia A l’operatività del commercio, che è stato bocciato dalla maggioranza 5 Stelle-Pd-Chioggia Viva, in consiglio comunale». Ma per Giorgio Bellemo, presidente di Ascot «il divieto di passaggio nella fascia 5/10 metri dalla battigia c’è sempre stato, almeno dal 2009. Gli ambulanti, però, possono passare, previo accordo con i concessionari, sul resto della fascia A, molto più larga dei 10 metri dalla battigia, o in fascia B, dove ci sono gli ombrelloni: è sempre stato così e non cambia nulla». A complicare le cose, però, concorre il mancato adeguamento del piano dell’arenile, che dovrebbe essere fatto ogni due anni, che vede alcuni stabilimenti pagare per aree in concessione che, ormai, sono finite sott’acqua a causa dell’erosione e che, osserva ancora Beniamino Boscolo, si trovano lo spazio rimanente “conteso” con gli ambulanti regolari (e pazienza, son di passaggio) ma anche con quelli irregolari che, invece, stazionano. Resta, poi, il problema delle diversità tra le ordinanze balneari di Comune e Capitaneria. Ad esempio le torrette di salvataggio dovrebbero trovarsi, per il Comune, a 150 metri l’una dall’altra, con una tolleranza del 10%, a 150 metri esatti per la Capitaneria: era così anche l’anno scorso, ma non è successo nulla.

 

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Il Gazzettino