Ostello, bar e ristoranti a San Felice. Il Comune ora "chiama" i privati

La fortezza di San Felice: il Comune ha deciso di affidarne la gestione ai privati
CHIOGGIA (VENEZIA) - La porzione della fortezza di San Felice prospiciente la laguna sarà offerta in concessione agli investitori privati. Lo ha deciso il Consiglio...

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CHIOGGIA (VENEZIA) - La porzione della fortezza di San Felice prospiciente la laguna sarà offerta in concessione agli investitori privati. Lo ha deciso il Consiglio comunale. Dalla scheda relativa alla variante si desume, infatti, che la quasi totalità del bastione ovest (sotto il quale si estende una galleria che un tempo ospitava i cannoni), due casematte ed un altro edificio potranno ospitare: strutture alberghiere, un ostello, bar, caffè, ristoranti, negozi ed edicole. I concessionari, però, saranno tenuti alla stipula di convenzioni affinché sia assicurata la creazione delle reti dei sottoservizi, in luogo del versamento degli oneri di urbanizzazione e del relativo standard primario. In pratica, i privati dovranno provvedere direttamente (a proprie spese) a tutti gli impianti fognari, idraulici ed energetici. La porzione riservata alle aziende risulta essere quella maggiormente appetibile, in virtù della posizione  panoramica. La vista spazia da Chioggia fino a Venezia. Il Comune parrebbe, dunque, aver scelto di favorire l’arrivo degli investitori, obiettivamente indispensabili affinché l’antica fortezza possa essere valorizzata quanto prima possibile. Obiettivo dichiarato, anche il conseguimento di cospicuo abbattimento delle spese che gli enti pubblici dovrebbero giocoforza sostenere nel caso fosse esclusa ogni presenza non istituzionale. 

GLI STUDI L’amministrazione cittadina sta, nel frattempo, considerando alcuni studi redatti nel corso degli ultimi anni. La delibera cita esplicitamente quelli firmati dagli architetti Tobia Scarpa (per conto della Regione), Alessia Boscolo Nata ed Elisa Antico, recentemente pubblicati. «Entrambi gli elaborati – riporta l’atto ufficiale approvato dal Consiglio - permettono di ricostruire in modo approfondito l’ultrasecolare storia del forte. Suggeriscono possibili scenari futuri agevolando le scelte da operare al più presto». I tre professionisti, riporta la delibera, pongono anche «in risalto la necessità e l’opportunità che la fortificazione si apra alla città e che dialoghi con essa». «Se, da un lato – prosegue il testo - il forte offre la possibilità di ospitare funzioni urbane importanti e d’interesse pubblico, dall’altro i nuovi servizi permetteranno di intervenire affinché siano conservati e risanati gli immobili, ormai a rischio di crollo». Secondo l’amministrazione cittadina, tali progetti esaminerebbero «in forma approfondita la complessità della struttura, formata com’è dalla compartecipazione attiva del costruito con il paesaggio circostante». Gli studi citati riguardano anche le aree limitrofe. Fra queste: il vasto boschetto compreso fra la spiaggia e gli antichi murazzi; l’isola di Ca’ Roman e l’ottagono che vi si trova dirimpetto, a qualche centinaio di metri di distanza. 

ACCESSO Le ricerche hanno, inoltre, consentito di ipotizzare il ripristino di un comodo accesso pedonale all’interno dell’area circondata dai bastioni fortificati, alternativo rispetto a quello attuale: un ponticello precario, inaccessibile ai disabili. Pertanto improponibile, in vista della valorizzazione del monumentale complesso difensivo impostato nel 1538 attorno al millenario Castello della Lupa, tuttora esistente. Il varco in questione, attualmente murato, fu creato nel primo Ottocento dagli austriaci i quali, piuttosto di servirsi dell’accesso via mare, modificarono il muraglione per poter entrare nella piazzaforte, direttamente dal lato posteriore.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino