Chioggia-Pellestrina, la rabbia della studentessa in bicicletta. Non c'è posto in battello, ma lei si "fionda" dentro e scoppia la lite

La rabbia della studentessa in bicicletta. Non c'è posto in battello, ma si "fionda" dentro e scoppia la lite
CHIOGGIA - Troppe biciclette in centro a Chioggia. Sembra un paradosso per una città che stenta a creare una zona pedonale perché “tutti” (chi ci abita...

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CHIOGGIA - Troppe biciclette in centro a Chioggia. Sembra un paradosso per una città che stenta a creare una zona pedonale perché “tutti” (chi ci abita perché ha bisogno della macchina vicino a casa, chi ha un parente disabile perché lo deve accompagnare, chi ha un’attività perché deve rifornirsi di merce) hanno un sacco di buone ragioni per percorrere il Corso in automobile. Ma cosa succederà quando la Ztl obbligherà gran parte dei residenti a usare la più ecologica bicicletta, se già adesso è un problema circolare su due ruote? Dei cicloturisti che, questa primavera, erano costretti a lunghe code per potersi imbarcare a Vigo e raggiungere, in bici, Pellestrina e il Lido, si era già raccontato.

I “CICLO-PENDOLARI”

Ma degli studenti (o pendolari) che non riescono a tornare a casa perché in battello c’è posto per loro, ma non per la loro bici, non si era ancora detto. A portare allo scoperto la situazione è stata, suo malgrado, una ragazza di Pellestrina che frequenta un istituto scolastico di Chioggia. Qualche giorno fa, finite le lezioni, stava per tornare a casa e doveva salire sul battello della linea 11 con la sua bici. Ma, per qualche motivo, il battello era particolarmente affollato, le bici (una decina) trasportabili erano già state caricate e per la ragazza, con annesso velocipede, non c’era più posto. C’era anche altra gente in coda, che non aveva potuto salire, per lo stesso motivo, ma la ragazza, forse in un impeto di “venetismo” («Io, tra Chioggia e Pellestrina, ci vivo e ci studio, questi altri no», deve aver pensato) ha deciso che lei, a casa, ci doveva tornare, senza dover aspettare la corsa successiva. E, così, si è “fiondata” a bordo e, con l’irriverenza tipica degli adolescenti, ha tenuto testa al marinaio e al capitano che la invitavano a scendere, con una ostinazione che, alla fine, le ha permesso di essere portata, sempre con la sua bici, sulla sua isola, dove la attendeva il padre e dove, a quanto pare, ci sarebbe stata un’appendice del litigio iniziato sulla sponda chioggiotta del viaggio.

IL SERVIZIO

Ma più che il fatto in sé, quello che traspare è la difficoltà di organizzare, in maniera efficiente, i servizi di collegamento tra Chioggia e Pellestrina. Attivare il bike sharing e ripulire le piste ciclabili, valorizzandone le caratteristiche, come è stato fatto, di recente, a Chioggia, serve a poco se poi un collegamento come quello con Pellestrina, funziona a singhiozzo, E soprattutto, se non si vuole che il territorio divenga vittima del turismo “mordi e fuggi” (come, giustamente, si teme, a Pellestrina e si è sperimentato a Venezia) i servizi vanno garantiti, in maniera funzionale, a studenti, pendolari e residenti. Qualche mese fa, quando era scoppiato il caso delle code dei cicloturisiti a Vigo, il sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, aveva annunciato la predisposizione di un servizio di trasporto bici dedicato, in accordo con Actv. L’estate non era, forse, il periodo più propizio per realizzarlo ma adesso potrebbe essere il momento. 

 

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Il Gazzettino