​«No al depostito Gpl, c'è una possibilità»

«No al depostito Gpl, c'è una possibilità»
CHIOGGIA - «Non so perché nessuno lo abbia detto prima. Io ho solo letto il decreto autorizzativo e ho trovato la norma che, secondo me, rappresenta l'ultima...

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CHIOGGIA - «Non so perché nessuno lo abbia detto prima. Io ho solo letto il decreto autorizzativo e ho trovato la norma che, secondo me, rappresenta l'ultima possibilità di bloccare il deposito Gpl». L'incontro pubblico organizzato dal settimanale diocesano Nuova Scintilla sul futuro del porto di Chioggia, è appena finito e Pino Musolino, presidente dell'Autorità portuale di Venezia, si lascia andare a qualche spiegazione in più sulla possibile via d'uscita, da lui stesso prospettata, dallo stallo amministrativo sulla vicenda del Gpl.

 
TUTTI CONTROMercoledì sera l'auditorium san Nicolò era praticamente pieno per l'occasione, e nutrita era anche la rappresentanza delle categorie economiche e sociali (dagli artigiani ai pescatori, dai commercianti ai balneari, dai campeggiatori agli agricoltori, dagli operatori del porto alla stessa amministrazione comunale rappresentata dal vicesindaco, Marco Veronese, e altri ancora). Tutti hanno espresso la loro opinione contraria alla presenza e all'entrata in esercizio del deposito Gpl, quasi tutti (tranne gli operatori del porto) anche alla realizzazione del terminal V-gate per navi porta-container.
LA PROROGAMa se, per quest'ultimo, i tempi di realizzazione sono lunghi (si è parlato di una quindicina d'anni) e i proponenti si sono dichiarati più che disposti a un confronto dal basso in merito al progetto, con il coinvolgimento pieno della popolazione, per il Gpl i giochi sono quasi fatti: il Tar e il Consiglio di Stato hanno sancito la legittimità del decreto autorizzativo e, poiché i termini per la costruzione scadono il 26 maggio, l'azienda che lo sta realizzando è lanciata nella volata per il completamento («Non dovrebbero essere necessarie proroghe», fa sapere Costa Bioenergie). «Se non sarà completato in tempo, siamo pronti a scendere in piazza per dire no a qualsiasi proroga», ha detto Roberto Rossi, del Comitato No-gpl, ma lo scenario più probabile è quello opposto. A quel punto cosa potranno fare i contrari?
LA PROPOSTAE qui si è inserita la proposta di Musolino. Il decreto autorizzativo del Gpl prevede, dopo il completamento dell'impianto, un periodo di 30 giorni, entro i quali dovranno essere costituite due commissioni, una sotto l'egida del Mise, per gli aspetti energetici, e una diretta dal Mit, per quelli relativi alla sicurezza, a cui saranno chiamati a partecipare gli enti interessati alle varie problematiche (Autorità portuale, vigili del fuoo, capitaneria, eccetera) A loro volta le due commissioni dovranno, entro 180 giorni, valutare se l'opera realizzata risponda alle caratteristiche e alle prescrizioni contenute nel decreto autorizzativo.
«Abbiamo già chiesto di far parte delle due commissioni», dice Musolino, rivelando lo scopo del viaggio a Roma, di pochi giorni fa, insieme al sindaco Alessandro Ferro. «Per quanto mi riguarda continua il presidente dell'Autorità portuale il deposito Gpl, in quella posizione, non si doveva fare. Sono mancati alcuni passaggi fondamentali: il confronto e l'informazione pubblica, la Via, la Vas, ecc., che non sono stati richiesti nei tempi di legge. Questo lo diremo nelle commissioni interministeriali e vedremo con quali esiti».

PIANO REGOLATOREInsomma, per capire se le contestazioni produrranno nulla, o solo ulteriori prescrizioni per l'impianto e un allungamento dei tempi dei lavori, o se saranno decisive per bloccarlo, occorre aspettare alcuni mesi. E la strada del piano regolatore portuale? «I piani si fanno, di solito, prima delle opere che devono regolare risponde Musolino qui siamo nella situazione opposta», lasciando intendere che l'opzione (che pure era stata sostenuta dai tecnici del Mise nel marzo scorso) lo convince poco. Anche se, come aveva detto il sindaco Ferro, «anche quell'opzione rimane sul tavolo».
Diego Degan
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Il Gazzettino