Chioggia. Litiga con la fidanzata e le lancia mazzancolle surgelate sul viso. Poi lo stalking e il pedinamento: condannato 41enne

Due anni e cinque mesi per un chioggiotto.

Litiga con la fidanzata e le lancia le mazzancolle sul viso. Poi lo stalking e il pedinamento: condannato 41enne
CHIOGGIA - Pedinamenti e chiamate infinite. Quattro appostamenti in una notte. E una volta, al culmine di una lite, anche un sacchetto di mazzancolle lanciate contro il viso della...

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CHIOGGIA - Pedinamenti e chiamate infinite. Quattro appostamenti in una notte. E una volta, al culmine di una lite, anche un sacchetto di mazzancolle lanciate contro il viso della sua fidanzata. Poi, quando per lui erano arrivati gli arresti domiciliari, era uscito di casa la sera stessa, per correre a tormentare quella donna che di lui non ne voleva più sapere. Stalking ed evasione che ieri sono valsi la condanna a 2 anni e 5 mesi per un quarantunenne chioggiotto.

La storia

La storia inizia nel luglio 2021 quando la vittima, una cinquantenne di Chioggia, decide di interrompere la relazione con il quarantenne. Lui non ci sta e inizia a tartassarla. Nessuna minaccia, ma una pressione costante: la chiama a qualsiasi ora del giorno, si apposta sotto casa sua, danneggia il portone del palazzo dove lei abita, la segue e le menda messaggi quasi senza sosta. Di giorno, come di notte. Una situazione che dura tutta l'estate, finisce sotto la lente d'ingrandimento dei carabinieri - tante le uscite dei militari per placare l'ira dell'uomo - e della procura.
Il tutto si aggrava quando i due litigano nell'appartamento di lei e lui la colpisce con una confezione di mazzancolle surgelate, causandole delle ferite dichiarate guaribili in cinque giorni. È a quel punto che il sostituto procuratore Daniela Moroni chiede per l'uomo i domiciliari a casa della madre, distante poche centinaia di metri dall'abitazione dell'ex fidanzata.

Ma lui, la notte stessa in cui viene arrestato, evade e torna a tormentare la donna.
È inizio ottobre e il pm chiede - e ottiene - per lui il carcere. È la fine della vicenda: dopo il carcere a Santa Maria Maggiore, a Venezia, il quarantenne viene accompagnato in una struttura dove iniziare un percorso di disintossicazione dall'alcol. Nel frattempo la vicenda finisce a processo, con la richiesta della procura di condanna: tesi sposata dal giudice monocratico che lo ha condannato.


Il quarantenne - per cui è aperto un secondo processo per fatti simili commessi con la donna con cui era fidanzato anni prima - ha partecipato a tutte le udienze del dibattimento, rilasciando anche delle dichiarazioni nelle quali ha chiarito di non voler avere più a che fare con la sua ex compagna, anche lei testimone nel processo che l'ha vista parte civile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino