Mistero a Chioggia, un anonimo lascia sui gradini del museo uno scatolone dal contenuto prezioso: forse è il leone in bronzo del Giudecca

Mistero a Chioggia, un anonimo lascia sui gradini del museo uno scatolone dal contenuto prezioso: forse è il leone in bronzo del Giudecca
CHIOGGIA - Ad ottant'anni di distanza dalla tragedia, rimasta impressa nella memoria locale, un ignoto ha depositato sui gradini della torre museo di Sant'Andrea uno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CHIOGGIA - Ad ottant'anni di distanza dalla tragedia, rimasta impressa nella memoria locale, un ignoto ha depositato sui gradini della torre museo di Sant'Andrea uno scatolone contenente quello che potrebbe essere il leone marciano in bronzo dorato che ornava la plancia del piroscafo Giudecca del servizio Venezia - Chioggia, bombardato ed affondato da aerei alleati davanti a Pellestrina, verso le 13 del 13 ottobre 1944. Gli ordigni sganciati a bassa quota da due cacciabombardieri (probabilmente britannici) causarono un imprecisato numero di vittime civili. Dopo un primo mitragliamento, il vapore fu centrato da almeno tre bombe. La prima colpì la cabina di comando; le altre, la sezione di prua e la sala macchine. Le schegge danneggiarono alcune case vicine alla chiesa di Ognissanti. Un ordigno cadde su di una barca, causando ulteriori vittime. 67, furono le salme recuperate sul posto; altri, uomini e donne morirono successivamente a causa delle ferite; altri ancora furono classificati dispersi. Ben pochi riuscirono a salvarsi, lanciandosi a mare per sfuggire al peggio.

SORPRESA

Lo storico Luciano Bellemo, curatore del museo, messo al sicuro il biglietto anonimo che attesterebbe l'origine dell'oggetto, ha immediatamente segnalato il fatto al Comune. Lo scatolone conteneva anche un gonfalone tricolore da cerimonia in tessuto sintetico, pertanto relativamente recente, recante immagini a carattere religioso. «Probabilmente dice Bellemo - chi aveva in casa tali oggetti ha avvertito l'obbligo morale di farli avere ad un'istituzione pubblica. Anche se forse nessuno potrà mai appurare se il leone dorato recapitato anonimamente sia veramente appartenuto al Giudecca, si tratta comunque di uno di quelli che ornavano i battelli maggiori dell'Azienda comunale di navigazione interna lagunare (Acnil), confluita nell'Actv nel 1978. Presenta il libro aperto, con le pagine rivolte verso l'alto, sulle quali l'animale alato simboleggiante San Marco poggia entrambe le zampe anteriori". Ora, il leone si trova esposto nell'ingresso della torre, collocato su di un piedistallo appositamente realizzato dai volontari del museo. Bellemo ritiene probabile che l'oggetto sia stato prelevato da qualcuno durante la demolizione, avvenuta nell'immediato dopoguerra, oppure durante i lunghi mesi in cui il battello rimase con la carena adagiata sul fondale, ma con le sovrastrutture affioranti. L'affondamento del Giudecca rientra fra gli episodi più tragici ed inspiegabili. Secondo una voce fatta correre dai partigiani, gli aerei avrebbero affondato il piroscafo a causa di un errore nella decifrazione di un messaggio radio. Ai piloti sarebbe stato impartito l'ordine di attaccare nella convinzione che a bordo vi fosse alti ufficiali ed un gran numero di soldati tedeschi. Tale circostanza, però, non trovò conferma da parte dei comandi Alleati.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino