Paura a Chioggia, prende a calci la porta del locale, forza la cassa e ruba 200 euro. Ma la telecamera lo riprende: aveva già picchiato un anziano

Paura a Chioggia, prende a calci la porta del locale, forza la cassa e ruba 200 euro. Ma la telecamera lo riprende: aveva già picchiato un anziano
CHIOGGIA - Forse il locale in questione non aveva una porta molto robusta. Forse il titolare era stato un po' ingenuo a lasciare quei 200 euro nel registratore di cassa e,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CHIOGGIA - Forse il locale in questione non aveva una porta molto robusta. Forse il titolare era stato un po' ingenuo a lasciare quei 200 euro nel registratore di cassa e, forse, l'autore del furto era in preda a una necessità impellente che gli ha decuplicato le forze e il coraggio e non si è curato dell'unica misura di sicurezza che era installata all'interno del locale: la telecamera. È stato tramite questa che il titolare del bacaro "Do ombre" di riva canal Lombardo, ha potuto assistere all'ingresso fragoroso del ladro che ha scardinato la porta prendendola a calci, lo ha visto dirigersi al registratore di cassa e forzarlo per prendere i soldi all'interno e poi allontanarsi: un fatto avvenuto nella notte tra sabato e domenica e riportato, poi, dalla testata on line Chioggiazzurra.it alla quale il derubato ha anche riferito il nome del presunto autore della "spaccata", così come lui lo aveva riconosciuto dalle immagini: si tratterebbe di M.P. già noto alle cronache per altri fatti simili (piccoli furti, rapine, estorsioni e aggressioni) eppure "libero" di muoversi in città. Il motivo di questa presunta libertà (ma, in realtà, è sottoposto a regime di sorveglianza speciale) sembra essere la mancanza di denunce a suo carico, per paura, per quieto vivere, per un eccessivo senso di affetto.

PREPOTENTE

Deve aver avuto molta paura, infatti, l'anziano che, l'anno scorso, sempre in riva canal Lombardo, in un locale diverso da quello di questo fine settimana, è stato preso a calci dal giovanotto in un impeto di rabbia incomprensibile da chi aveva assistito all'episodio. E devono aver preferito non avere grane il commerciante che si è sentito chiedere 100 euro per un sacchetto di pesce che ne valeva molti meno e che non aveva intenzione di comprare, o il conoscente che si era sentito chiedere 20 euro "in prestito" e li ha dati sapendo che, per quanto pochi, non li avrebbe più rivisti. E deve aver avuto compassione di lui la zia che, un paio di mesi fa, è stata picchiata alla gamba su cui è innestata una protesi. Sono episodi riferiti in confidenza ma, a quanto pare, mai passati attraverso l'ufficialità di una denuncia se non quella informale del blogger Andrea Comparato che, in qualche modo, li ha raccontati finendo per entrare anche lui nel mirino del giovane manesco. Va detto, però, che alcune denunce ci sono: quelle, più vecchie, per i comportamenti minacciosi e bulleschi oltremisura tenuti, anni fa, in riva Vena, dove si era ritagliato un piccolo "territorio" personale, quelle, un paio, di un tabaccaio rapinato in quella zona e quelle dello stesso Comparato che, però, apparentemente, non bastano a dare la certezza di quella pericolosità sociale che potrebbe consentire l'applicazione di qualche misura cautelare.

DIPENDENZA

A rendere difficile un intervento "contenitivo" è anche la condizione di dipendenza del ragazzo che fa uso di alcol e stupefacenti (e questa sarebbe la ragione della sua aggressività) e che avrebbe bisogno, quindi, più di un luogo di cura, che di detenzione. Cosa che, senza la sua collaborazione, sembra abbastanza difficile da concretizzare e che, comunque, richiederebbe un forte investimento da parte dei servizi sociali e delle istituzioni in generale. Nel frattempo il giovane è abbandonato a se stesso, poiché anche la famiglia di origine è piuttosto problematica (ha un divieto di avvicinamento alla madre e non sono mancati neppure i litigi con il fratello minore, bottiglie rotte alla mano) e chi si trova ad avere a che fare con lui "preferisce" non denunciare, proprio per il timore di ritorsioni violente: una spirale che aumenta l'insicurezza di tutti.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino